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domenica 16 marzo 2014

Teodoro Margarita: "E se vi dicessi...!"


E se vi dicessi....

E se vi dicessi di un mio sogno magico,
di un mio sogno sognato ad occhi aperti e senza inibizioni,
di una storia rigirata al play back,
di una storia dove l'atomo non sia ancora stato tagliato, di una storia
in cui l'incubo nucleare non sia mai, giammai,
aleggiato come avvoltoio sulle nostre teste?
Di una storia ancora bella, libera, dove l'acqua scorre limpida
ed i semi possono riprodursi come il capriccio delle api e del vento,
liberamente impollinando, vuole?
E se vi dicessi di un sogno di ragazzi e di ragazze,
innamorati e persi, innamorati e desiderosi solo di vacanze
e di mare, e di primavere senza paure?
Se vi dicessi di una vita senza guerre, di una vita
vissuta, semplicemente, auscultando la linfa che sale e scende dagli alberi,
al ritmo uguale delle primavere e sempre diverso dello spirare dei venti?
Se vi dicessi di un domani infinito, sognato lungo come le promesse degli innamorati, come un bacio e del quale non doversi vergognare della propria felicità?
Se vi dicessi di questo, se mi abbandonassi a questo desiderio,
perso e giulivo, incosciente, come un orso in balia di mille api e beato,
ebbro del suo favo d'oro, miele prelibato?
Se tutto questo svolazzare leggero, io vi dicessi, esiste, è dentro di voi,
se vi dicessi, questa sera, questa notte insonne, persa a scrivere a voi,
che voi potreste, svegliarvi ed io con voi e danzare, insieme,
questa pazza, impossibile, incredibile danza all'indietro di cinquanta, cento anni?
se io vi dicessi che non vivo come se questo mio sognare, non fosse il reale che vivo ogni giorno, io mentirei.
Io vivo così. Se io vi dicessi che sto sognando, io mentirei.
I colori, le striature sul dorso della api, il giallo squillante delle ali delle farfalle,sennò, da dove ci viene?
L'abbraccio dei nostri figli, l'amore delle nostre donne, da dove verrebbe
se non dalla vita vissuta come se non dovesse finire mai?
E se io vi dicessi questo e ci credessi e non vi accompagnassi, se io
vi dicessi questo e non fossi in mezzo a voi, se io mollassi la presa forte e dolce del braccio della mia compagna nella danza corale,
se io dicessi questo e non facessi causa comune...
Allora e solo allora, i colori di questo sogno di marzo suonerebbero falsi,
ed io sarei soltanto un ipocrita decoratore di stucchi sciolti.
Ma io ci sono e vi vivo, ogni giorno, simili miei e fratelli,
io ci sono e arrischio sarabande impazzite, intrecci del corpo e del pensiero
per non perderci, per sognare assieme, per scrivere ancora
la pagina che non è stata ancora scritta.
E se io dicessi che la scriveremo noi. Liquida, torrente, ancora informe.
Questa storia nuova, raccoglietela dalla notte che mi parla e pur mi 
estenua, raccogliamola, dalle tenebre, alla luce del mattino.
Domani. Sveglio. Io rileggerò.
Io saprò cosa ho trovato l'ardire di presagire di immaginare.
E se io vi dicessi "No, è solo un sogno, ho scherzato".
Voi, se io vi dicessi questo, non mi credete.
E questa notte prossima, abbandonatevi voi al sogno.
Continuate voi, continuate a sognare i passi che mancano.
La primavera che viene è vostra. Il futuro che viene,
è vostro. Abbiate il coraggio di liberarlo.

Notturno.


Teodoro Margarita.

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