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martedì 14 agosto 2012

Se i portaborse e le escort sono più importanti dei precari...



Clientelismo. Istituzionalizzato nell’Antica Roma, deve il suo nome ai clientes (dal verbo clùere, obbedire), uomini formalmente liberi, ma in condizioni economiche disagiate, che si mettevano a disposizione di un patronus che offriva loro aiuto e protezione in campo economico e giuridico, giurandogli fedeltà assoluta.

Con l’avvento della Repubblica, gli obblighi dei clientes nei confronti del patronus si estesero anche all’ambito elettorale, eseguendo le indicazioni fornite dal patronus dando a lui, o al candidato da lui prescelto, il proprio voto.

Rimasto pressoché inalterato nei secoli, il clientelismo oggi altro non è che un sistema di potere costruito intorno ad una persona molto influente (generalmente un politico), dove questa assicura privilegi, favori e vantaggi di varia natura a quegli individui che le garantiscano piena fedeltà. Mentre però nell’Antica Roma il patronus manteneva con i propri soldi i clientes, ai giorni nostri il clientelismo implica l'uso delle risorse dello Stato, quindi della collettività, per soddisfare gli appetiti della clientela del politico di turno.

Recentemente è tornato agli onori delle cronache quanto avevamo denunciato 13 mesi fa, all’indomani dell’elezione di Pisapia a Milano, ovvero il licenziamento di oltre 160 precari e l’assunzione di schiere di portaborse. A denunciarlo, con un certo ritardo, è il Corriere della Sera, che rende pubblico anche il Dossier dei Precari di Milano, nato proprio sulla scia della denuncia del fenomeno da parte nostra e di altri blog.

Un anno fa qualche portaborse in attesa di assunzione ci giurò: vi faremo chiudere il sito (a dimostrazione che aveva ragione Falcone sul fatto che non è necessario essere un criminale per avere la mentalità mafiosa). Noi, di tutta risposta, abbiamo fatto come Bertoldo e li abbiamo onorati come si meritano tutti gli arroganti prepotenti che si rispettino: con le natiche.

La vendetta, però, per il clamore suscitato dalle nostre denunce (del resto siamo tra i blog di politica più letti d’Italia) non si è fatta attendere: la nostra petizione per una Piazza ad Enrico Berlinguer a Milano fu oscurata per mesi, nonostante oltre 10mila firme fossero state raccolte tra Milano e Provincia. Quando abbiamo chiesto come inviare le firme (per comodità volevamo inviare agli uffici competenti un pdf), nessuno ci ha risposto.

Poi, sorpresa, a gennaio viene fuori che la giunta ha deciso di intitolare una piazza a Berlinguer per i suoi 90 anni, ma che nessuno sapeva della petizione (difficile, finì in prima pagina sul Corriere della Sera). Morale: l’obiettivo non dichiarato era oscurare il fatto che il merito dell’operazione era dei ragazzi di enricoberlinguer.it. Poco male, l’obiettivo è stato centrato, Bianca ci ha fatto i complimenti e la gente sa che il merito è nostro.

Ma è paradigmatico di un atteggiamento negativo e censorio nei confronti dei non allineati, di chi non applaude ad ogni occasione, di chi critica non per distruggere, ma per migliorare. Ma evidentemente a Palazzo Marino sono troppo occupati a soddisfare gli appetiti post-elettorali di gente i cui curricula saranno pure “eccellenti” come afferma l’assessore Bisconti, ma che smentiscono Pisapia stesso che parlò di Merit System e che invece sta attuando lo Spoil System (a luglio, poco prima delle vacanze, altre tre assunzioni). Il Merit System, infatti, si fa per concorso pubblico. E la garanzia che siano stati scelti i migliori, con l’assunzione a chiamata diretta, non c’è nei fatti.

Senza contare poi una cosa: di fronte ad un aumento esagerato delle tasse e alla svendita di pezzi di patrimonio pubblico per sanare il buco creato in quest’anno dalla giunta, il buon gusto e la morale imporrebbero sobrietà e rispetto, soprattutto nei confronti di quelle 160 famiglie dei precari, alcuni ultra-ventennali, lasciati a casa per far posto ai portaborse, che costano svariati milioni di euro all’anno.

Dire che si assumono meno portaborse della Moratti è una foglia di fico buona per gli sciocchi: il benchmarking (la misurazione della propria performance) in Europa si fa paragonandosi al primo della classifica, non alla peggior amministrazione che Milano abbia mai avuto. Evidentemente, però, a partire dalla giunta fatta col Manuale Cencelli, qualcuno ha voglia di sprecare un’occasione storica a Milano.
Contenti loro, contenti tutti. Poi, però, non si lamentino che al primo anniversario della vittoria di Pisapia in piazza c’erano 150 persone e non 100mila come un anno fa. Tanto da parlare di rimpasto di giunta ad ottobre.


Pierpaolo Farina

(Qualcosa di Sinistra)

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