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martedì 31 gennaio 2012

Note per il piccolo allevamento nella Proposta di Legge per l'Agricoltura Contadina

Caterina Regazzi, Rete Bioregionale Italiana


A proposito della proposta di legge sull'agricoltura contadina, di piccola scala, avrei qualcosa da dire a proposito del capitolo che riguarda l'allevamento e la macellazione degli animali. (Vedi proposta: http://www.agricolturacontadina.org/)

Nella proposta si parla di macellazione di un certo numero di animali, ma io risalirei a monte e cioè alla detenzione.

Come veterinaria di una usl, so che attualmente, ci sono limiti entro cui si deve stare per poter considerare l'allevamento "familiare" non dovendo così sottostare ai controlli della stessa Usl, tenuta di registri, ecc.
La macellazione è autorizzata solo per pollame e avicoli per uso proprio e per uno- due suini all'anno per uso familiare, nel periodo invernale. Le scappatoie comunque ci sono, non essendoci un numero prefissato, per cui si assiste a macellazioni anche di 3-5 suini in un'azienda in un periodo di tempo ristretto.
La detenzione di animali senza sottostare ai controlli usl secondo me dovrebbe rientrare in certi parametri numerici:
Bovini 2 (sia da latte che da carne)
Ovicaprini 10
Pollame - conigli 250
suini 3 suini da ingrasso oppure una scrofa con i suinetti dell'anno.
I suinetti prodotti dalla scrofa potrebbero essere allevati in azienda e di questi ne potrebbero essere macellati solo 2 o 3, gli altri dovrebbero essere venduti o macellati in macelli autorizzati.
Per la macellazione di tali animali ritengo che dovrebbe essere permessa dietro verifica, almeno, della presenza in azienda delle strutture e attrezzature necessarie allo stordimento, all'appendimento della carcassa e della eviscerazione pronta e completa, onde evitare l'inquinamento delle carni.
La macellazione dei bovini, suini ovicaprini dovrebbe essere concordata con il servizio veterinario per poter effettuare la visita ispettiva.
Per quanto riguarda il pollame, le macellazioni dovrebbero essere concordate, ad esempio, ogni due settimane anche in questo caso per permettere la visita.
Del resto, già attualmente, molti agriturismi che allevano pollame, si appoggiano a macelli locali per avere la garanzia della visita e di condizioni igieniche adeguate.
Sulle carni e sui prodotti di origine animale, valgono si le comuni norme igieniche ma poter effettuare le proprie produzioni in un ambiente ad hoc, ritengo che sia una garanzia di salubrità che merita anche per la tranquillità sia del produttore che del consumatore.
La possibilità del seppellimento dei resti della macellazione sarebbe da verificare con gli enti preposti per evitare l'inquinamento delle falde acquifere e problemi di igiene ambientale vari.
L'allevamento poi, in questo tipo di azienda, dovrebbe essere un'attività marginale, per la produzione del letame, la pulizia del terreno, l'utilizzo degli scarti di produzione (paglia, erbe di sfalcio dei fossi), l'arricchimento dell'habitat , ma se diventa attività importante o prevalente dovrebbe sottostare a tutte le regole sanitarie previste per gli allevamenti tradizionali.

Caterina Regazzi
Referente per il rapporto uomo-animali
Rete Bioregionale Italiana

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