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giovedì 29 dicembre 2011

Considerazioni sul clima in India.

Dal corrispondente di Viverealtrimenti Oscar Salvador.

Il seguente articolo deriva da una attenta (fors’anche forzata) osservazione dei fenomeni atmosferici del subcontinente indiano durante gli ultimi 9 anni.
Seppur l’argomento del clima sia in genere rilegato alle semplici chiacchiere col vicinato per intavolare una breve conversazione, in realtà riveste un’importanza notevole sullo sviluppo culturale dell’essere umano.
L’India e il Nepal, le due nazioni che verrano prese in considerazione, sono paesi ricchi di fascino e cultura ma anche di contraddizioni, che sembrano in qualche modo riflettere il clima estremo di quelle zone.
Sebbene il subcontinente indiano si trovi nello stesso emisfero dell’Europa, per cui la successione delle stagioni è identica, in realtà una maggior vicinanza all’Equatore, alla quale vanno aggiunte caratteristiche locali, fa sì che, escluso appunto il succedersi delle stagioni, siano ben poche le similitudini riscontrabili col clima temperato mediterraneo, che interessa gran parte della penisola italiana.
Per essere sicuri di toccare l’argomento in tutti in suoi punti, l’abbiamo diviso in dodici paragrafi, seguendo semplicemente l’ordine dei mesi dell’anno.
Gennaio: cadendo nel pieno dell’Inverno, Gennaio è uno dei mesi piu freddi del subcontinente; la pianura Gangetica, da Amritsar (in Punjab al confine col Pakistan), fino a Calcutta, viene coperta da una fittissima coltre di nebbia che non permette al sole di scaldare e le temperature precipitano vertiginosamente fino ai 3-4 gradi centigradi in gran parte dell’India, Nepal compreso. In genere viene considerato un mese “dry”, cioè asciutto, e la possibilità di pioggie, almeno nelle pianure, è piuttosto rara; sulle montagne le nuvole possono invece facilmente congregarsi e quindi scatenare acquazzoni e sopra i duemila metri anche nevicate.
Febbraio: segue l’andazzo di Gennaio, e seppur spesso durante questo mese si verifichino le temperature più basse (che escluse le zone di montagna non scendono comunque mai sotto lo zero) la nebbia inizia a diminuire, il sole può scaldare più liberamente ed entro fino mese le temperature iniziano finalmente a salire.
Nella punta meridionale dell’India, dove già di per sé l’Inverno è piuttosto breve e debole, le temperature sono ottime.
Marzo: probabilmente il mese dal clima migliore. La nebbia diventa un lontano ricordo, la temperatura sale ma senza raggiungere limiti preoccupanti e le precipitazioni, come d’altronde per il resto dell’Inverno, sono piuttosto rare.
È quindi primavera, e anche la natura si risveglia dopo il pur breve letargo invernale.
Aprile: al sud e nelle pianure il caldo inizia a farsi sentire, mentre sui monti, o già solo in collina, sono ancora pressoché perfette. Nelle pianure e nelle zone collinari meridionali, in questo periodo sembra quasi di essere in autunno (l’autunno “europeo”) visto che il sole inizia a seccare le foglie che cadono per preparare molti alberi a una specie di letargo estivo, che gli permetta di superare la caldissima stagione secca.
Sulle montagne invece continua la vera primavera, e dopo il rigido inverno animali, insetti e piante danno libero sfogo alle loro forme e qualità.
Maggio: a partire da questo mese inizia la lunga, estenuante stagione calda, che seppur alleviata leggermente dall’auspicabile arrivo del monsone, si protrarrà almeno fino alla fine di Ottobre. La remotissima possibilità di pioggia durante questo mese, unita a un sole impietoso che brilla costante nel cielo per circa 14 ore al giorno, fa sì che tutto si asciughi e secchi. Essere a più di un paio di metri di distanza da una ventola potrebbe rivelarsi fatale, mentre un saltuario utilizzo dell’aria condizionata potrebbe portare direttamente al nirvana.
La natura si rattrappisce: i fiumi si prosciugano, il poco vento è caldo e alza cumuli di polvere, gli uccelli svolazzano a bocca aperta, i cani acciambellati sembrano mummificati, mentre gli esseri umani, con i nervi a fior di pelle, cercano sollievo con tecniche che sembrano uscite dalla preistoria.
Questo a causa di una mancanza cronica di elettricità che si acuisce durante i mesi più caldi.
Giugno: le temperature schizzano alle stelle, con le massime pericolosamente vicine ai 50 gradi, ma soprattutto le minime a 34-35, e il caldo che quindi non da tregua neppure durante la notte.
Entro la fine del mese però, dovrebbero iniziare le prima avvisaglie di monsone, se non proprio con lunghe pioggie, con sporadici ma rinfrescanti temporali.
Luglio: supponendo l’agognato arrivo del monsone, in questo periodo i cieli del sub-continente indiano sono invasi dalle nuvole. Spessi strati di cumuli “piatti” coprono costantemente l’orizzonte e scaricano potenti acquazzoni che fanno sì salire l’umidità, che a Giugno aveva raggiunto minimi impressionanti, ma fa scendere leggermente la temperatura.
I diasagi pratici si susseguono vorticosamente: muoversi con treni e autobus diventa un enigma, ma anche raggiungere il negozio all’angolo può spesso presentare inconvenienti insormontabili, come la strada allagata e l’acqua che arriva all’altezza della vita...
Si verifica anche un’esplosione di animali e insetti, i primi a causa degli spazi che si restringono e delle loro tane che si allagano (soprattutto roditori e rettili), i secondi che trovano nell’acqua ambienti estremamente favorevoli alla nutrizione, e quindi alla riproduzione.
Agosto: anche se il monsone avesse deciso di non presentarsi, o solo a tratti, in questo periodo il cielo limpido è comunque un miraggio. Nel caso le pioggie continuino imperterrite, le temperature dovrebbero rimanere a livelli quasi sostenibili, cioè entro i 40 gradi, ma l’umidità a quel punto ha impregnato qualsiasi cosa.
Le pioggie monsoniche in ogni caso, seppur insistenti, offrono spesso degli squarci di sole, che illuminano, attraverso un’aria finalmente pulitissima, gli allegri colori di piante, alberi e fiori, che spuntano fra immense distese d’acqua.
I fiumi infatti a questo punto iniziano a fuoriuscire dai propri argini, allagando completamente le pianure e trasformando il nord dell’India, in un gigantesco acquitrino.
Settembre: il sole finalmente inizia ad aver una certa angolazione e i suoi raggi, seppur caldissimi, non battono più impietosi dal centro del cielo. Le pioggie potrebbero diminuire, ma durante un monsone “pieno” potrebbero essere costanti per ancora tutto il mese.
Gli allagamenti ormai hanno raggiunto proporzioni bibliche, e nelle città non si sa più dove deviare l’acqua che sembra essere ovunque.
Ottobre: ammesso, ma non del tutto concesso, che le pioggie siano terminate, questo mese che in Europa coincide con l’inizio del bigio autunno, nel subcontinente indiano può essere considerato l’inizio di una seconda primavera. Il cielo, dopo mesi di nuvoloni, è finalmente limpido, l’aria, dopo mesi di pioggie, è pulita (anche nelle grandi città...) e le temperature si avvicinano a limiti tollerabili, seppur l’utilizzo di una ventola che muova un po’ d’aria all’interno delle stanze è ancora necessario.
Novembre: insieme al successivo e a Marzo, probabilmente il mese dal clima migliore. Il vero caldo è un vago ricordo, il freddo ancora lontano e le pioggie rarissime. Le temperature sono quasi perfette tanto che, almeno a fine mese, l’utilizzo della ventola potrebbe provocare inaspettati starnuti.
Nel caso sia passato un monsone regolare, questo è il periodo più importante per l’agricoltura, con i contadini indaffarati nella preparazione dei nuovi campi per la stagione invernale.
Dicembre: escludendo perturbazioni che dal nord potrebbero scendere sulla pianura, anche durante questo mese le temperature sono ottime, seppur alla mattina presto sorprendentemente fresche, anche a causa delle prima avvisaglie di nebbia che coprono a lungo il sole. Escludendo quasi certamente la possibilità di antipatiche pioggie, risulta comunque essere un mese climaticamente buono, per terminare un anno, come abbiamo visto, in genere difficilissimo.

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