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venerdì 9 marzo 2018

Giuann e Marije - Giovanni e Maria e la loro casa di terra...

Risultati immagini per casa di terra...

In questo via vai di storie varie tornano in via del tutto eccezionale e anche
in via provvisoria come in una sorta di spazio mentale giovanni e maria nella
loro casa di terra.

Una bella mattina di primavera giovanni giocherellava con le carte napoletane
sul tavolo della piccola cucina nella casa di terra. Era molto affascinato da
quelle figure magiche infatti aveva trascorso gran parte della sua vita tra
osterie e cantine a giocare a carte. Maria nel frattempo cucinava sagne e
fagioli, il piatto preferito di giovanni che in genere arricchiva con
abbondante peperoncino tritato secco e innaffiava con diversi bicchieri di buon
vino. Nella piccola cucina già si diffondeva l’odore invitante della pietanza e
giovanni viaggiava con la mente tra i colori delle carte e gli odori e i sapori
consueti che già pregustava. Quando nel silenzio della stanza maria esclamo:
giua, quand ci vulem ji a la mess, giovanni quando ci vogliamo andare a messa,
prim o dop magnat, prima o dopo mangiato? giovanni rispose: mindr...! mentre,
durante. Maria rimase zitta, così suono mezzogiorno e mise il fumante piatto di
pasta e fagioli sul tavolo davanti a giovanni che non si fece pregare due volte
per consumarlo. Dopo pranzo maria ci riprovo: allor giua... ci vulem ji a la
chis, ci vogliamo andare in chiesa? marj nin ci poss vini’ ca mi fa mal lu pet
! non ci posso venire perché mi fa male il piede: e mo chiffi? incalzo maria:
ni sacce, non lo so, mi sa ca ciuppichenn ciuppichenn mi ni vaje a la
cantin...! zoppicando zoppicando me ne vado alla cantina! i giorni passarono e
giovanni stava sempre seduto davanti a casa un po perché maria non voleva
andasse in cantina un po perché il piede gli faceva sempre più male. così a
ogni compare amico e conoscente che passava sulla via davanti casa rivolgeva
sempre lo stesso invito: indr... indr...entra...entra, ca ci facem nu bicchir,
che ci facciamo un bicchiere! Maria per il buon dovere dell ospitalità non
poteva dire niente così giovanni trasformando il limite in opportunita aveva
fatto diventare la sua casa una piccola osteria sempre piena di gente a giocare
a carte e a bere vino.

La storia e’ composta da alcuni episodi montati in sequenza che mi sono stati
raccontati nella rete di appartenenza in dialetto sub-collinare pescarese


Ferdinando Renzetti

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