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sabato 5 novembre 2016

USA - Elezioni presidenziali... uffah che noia!


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Seguire la noiosissima campagna presidenziale statunitense e lamentarsi dei candidati è come andare in Antartide e brontolare perché c'è freddo: al Polo Sud c'è sempre freddo, e non smetterà perché uno brontola, così come gli U$A sono sempre una nazione imperialista, fondata da coloni che la hanno costruita sterminando sanguinariamente gli indigeni.
Bisognerà farsene una ragione.
Peccato che i cittadini americani non si siano accorti della pacifista verde Jill Stein, attribuendolo appena il 3% dei consensi, e che i mass media italiani non si siano accorti che i candidati erano quattro, non due, essendoci anche il libertariano Johnson: tutto sommato il gentile pubblico avrebbe avuto diritto fin dall'inizio ad una informazione completa.
Ma il corso delle cose è quel che è: i sedicenti democratici (è una mania, sono sedicenti anche quelli italiani) non hanno sostenuto la possibilità (limitata, ma non del tutto irrilevante) Sanders e i verdi hanno confermato una consistenza minuscola. Gli eredi degli stragisti sterminatori dei pellerossa rifileranno al mondo un altro inquilino della casabiancarossadisangue, al vertice di una struttura che dispone di migliaia di missili termonucleari da tenere sotto controllo.
Al massimo possiamo incrociare le dita, confidando comunque sul vecchio sano "equilibrio del terrore", il quale farà anche schifo ma perlomeno funziona, impedendo da 70 anni che la guerra mondiale giunga al passo conclusivo dello scontro tra grandi potenze, che non possono permetterselo non sapendo come risolvere il problema bomba atomica.
Certo, è desolante che solo dai repubblicani, negli ultimi anni, siano uscite voci di ripudio verso le guerre yankee di questa epoca (Irak, Afghanistan, Libia, Siria, aggressioni militari tutte disapprovate da Trump, Rand Paul e gli altri contestatori del partito) e il progetto di normalizzare le relazioni con la Russia, per porre fine alla squallida nuova guerra fredda avvallata dai sedicenti democratici.
Oblablama lascia dietro di sè un paese con più soldati all'estero e più guerre di invasione di quanto aveva ereditato da Bush, il che è tutto dire, e sulle delicate mail di Killarykiller si trovano progetti per abbattere governi e costruire guerre, come cerca di fare in Siria, pagamenti dagli stessi finanziatori dell'I$I$, traffici di armi internazionali, ed un enorme armamentario da dottor Stranamore.
Che i repubblicani facciano la figura dei pacifisti è tutto dire, ma la leadership sedicente democratica (sedicente come in Italia) si è impegnata a fondo nel duro lavoro di progettare, costruire e realizzare guerre.
Cosa di cui molti cittadini yankee sembrano stufi, magari anche solo per questioni di portafoglio: le guerre imperialiste costano, e prima o dopo il cittadino medio si accorge che a guadagnarci sono solo le grandi corporation, mentre lui, tartassato, le paga. Dà sempre una sensazione sgradevole, anche in un paese arretrato e sottosviluppato come gli Stati Uniti, ancora così lontani dall'obiettivo di uscire dalla barbarie. Gli U$A mancano di una sostenibile strategia estera e interna, e per il momento continuano a procedere allo sbando e alla cieca.

Vincenzo Zamboni

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