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lunedì 10 ottobre 2016

Le invasioni dei "profughi" servono al potere finanziario per abbassare il costo del lavoro e avere a disposizione bande rivoltose per il controllo dello stato


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Ora speriamo di non dover più subire altre ondate di deportazioni da piano Kalergi, quelle subite sono state sufficienti, anzi eccessive.
L'esercito di riserva dei lavoratori dalle colonie serve al capitale per abbassare il costo del lavoro, ed anche per organizzare bande rivoltose armate per golpe antigovernativi, come accaduto ferocemente in Ucraina.
E' abbastanza insensato che si provi ad analizzare i problemi politici ed economici con i criteri del razzismo, che c'entra zero, salvo che nell'immaginario emotivo dei superficiali.
L'intero problema è riducibile alla soluzione della riorganizzazione della vita con una impronta ecologica a testa.
Tutto il resto non funzionerà mai, e infatti il capitalismo non funziona: le sue necessarie guerre imperialiste bastano da sole a dimostrarlo in modo inequivocabile. Per un anziano ormai rottamabile residuato bellico del marxismo come me, soppravvissuto ad infinite sgradevoli battaglie ideologiche di una vita intera, oggi è sconfortante constatare che a sinistra (quale ? la sionistra cadaverica denaturata itagliana?)......nessuno si ricorda più niente di Marx !
Il quale non sarà stato il padreterno dotato di onniscenza, naturalmente, ma stupido non era, e la funzione dell' "esercito proletario coloniale di riserva" la aveva capita benone e spiegata comprensibilmente oltre un secolo e mezzo fa. Possibile che oggi siano tutti rimbecilliti ?
Che non si siano accorti del rapporto salario/produttività continuamente compresso sulle s-palle dei lavoratori utilizzando le infinite armi del supercapitalismo, di cui la mobilità forzata di capitali e proletari tramite delocalizzazione (iniziata già nel 1979, quando furono liberalizzati i flussi internazionali di valuta, semplificando lo spostamento di capitali) è una delle principali ? Prima di ritrovarsi a vivere sotto costante ricatto bisogna averne commessi tanti di errori.  
Frattanto, mentre noi ci affanniamo a chiedere la piena occupazione, i direttori del coro politico ufficiale fanno l'esatto contrario (Draghi emette moneta per soddisfacimento bancario, non per piena occupazione), servi di un capitalismo che la piena occupazione assolutamente non la vuole (tanti anni fa il grande economista Kaldàr lo aveva spiegato benissimo, la piena occupazione è invisa al capitale), poichè darebbe troppo potere ai lavoratori, mentre vuole sufficienti masse disoccupate come arma di ricatto sugli occupati (se non accetti meno salario ti licenzio ed assumo un disoccupato, che lo accetta subito preferendolo al niente), e l'Italia odierna è nelle mani di un governo formalmente di sinistra che sta cercando di concludere l'infame operazione di consegnare definitivamente un paese intero nelle mani delle speculazioni di J.P.Morgan e Goldman Sachs (infatti gli italiani non hanno chiesto modifiche costituzionali, ma le banche U$A sì).
Questo è un mondo alla rovescia, nel quale chi dovrebbe difendere il lavoratore e il proletario lo ha invece venduto ai suoi peggiori nemici, dei quali è colpevole complice attivo.
Quindi bisogna ricominciare TUTTO DA CAPO. Assieme a chi ?
Con chi ci sta, con chiunque ancora si rifiuti di credere alle infinite menzogne del potere, e voglia capire davvero come si può ricostruire una economia che permetta a tutti di vivere (anche all'ambiente, tra l'altro, particolare non indifferente). Non dubito che la delusione sia forte tra chi capisce le cose anche nelle altre "zone politiche".
Penso però che le ossa di un sindacalista come Giuseppe di Vittorio traballino di rabbia nella tomba. Probabilmente in modo simile a quelle di Bertolt Brecht ed Ezra Pound, tutta gente che del grande imbroglio della finanza si era accorta benissimo. Se ne erano accorti benissimo anche John Maynard Keynes e Bertrand Russel, non certo assimilabili ai marxisti, e, udite udite, se ne era accorto anche .... Enrico Cuccia, sì, lui, il banchiere dei banchieri, il quale in una lettera da Londra del 1930 spiegava ineccepibilmente che con nessuna tecnica di prestito un banchiere centrale avrebbe mai potuto risollevare una economia in crisi, visto che senza aumentare la liquidità reale delle persone non se ne poteva uscire (e i prestiti debbono rientrare con gli interessi, tutt'altra faccenda).
Superfluo notare che se ne era accorto anche Aldo Moro.

Vincenzo Zamboni

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