Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

mercoledì 31 agosto 2016

Paolo Mario Buttiglieri si presenta...



L'immagine può contenere: 1 persona , barba, cappello e primo piano

Sono un animale della specie homo sapiens che vive sul pianeta terra in un villaggio che ho battezzato Chissolinia popolato di mangiatori di chissolini (che in altri villaggi chiamano anche gnocco fritto, torta fritta) che non sono altro che pezzi di pasta lievitata fritta nell'olio o nello strutto bollente.

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Vivo qua ma il mio più grande desiderio è parlare, scambiare idee ed esperienze, comunicare con italiani che vivono all'estero e con stranieri che parlano italiano. Questo perché, pur conoscendo l'inglese, amo la lingua italiana e solo in essa riesco a esprimermi molto bene. Ma amo profondamente conoscere modi di vita diversi dal mio. Perché la differenza mi piace e conoscerla mi stimola intellettualmente e mi rende consapevole che il mio modo di vivere non è ne l'unico ne il migliore, ma uno dei tanti possibili.
Non amo tanto chi è come me ma chi è diverso da me, come uomo amo le donne, come vegetariano amo i carnivori, come poeta amo chi non scrive poesie, come giornalista amo chi non rilascia mai interviste, come laureato amo chi ha fatto solo la terza elementare, come vignettista amo chi non sa disegnare, come scrittore amo chi non sa leggere e scrivere, come fotografo amo chi non si è mai fatto fotografare, come massaggiatore amo chi non è mai stato toccato neanche dalla propria madre, come mistico amo chi non crede in dio, come sociologo amo chi coltiva la terra. Ma in ogni caso amo... e sorrido.
Paolo Mario Buttiglieri

martedì 30 agosto 2016

L'Aquila - Herbaria: 10 e 11 settembre 2016

"Riconoscere il ruolo e la storia delle erbe ci permette di sviluppare una nuova consapevolezza su ciò che la Natura ci offre e trarne il massimo beneficio; ritrovando il rapporto empatico-terapeutico che da sempre ha legato gli uomini alle piante"

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Herbaria - L'Aquila - 10 e 11 settembre 2016 

Sarà un evento sostenuto dal Comune di L'Aquila, dal Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e dall'Assessorato all'ambiente; in cui tratteremo temi legati alla natura, alla rigenerazione e al benessere psico-fisico e in cui verranno coinvolte diverse associazioni culturali e di volontariato.

L'evento è stato ideato da "Erboristerie Farmanatura", dall'ass. culturale "Il Sutra del Cuore", dalla "LUBEN, libera università internazionale del benessere" e in collaborazione con "Aboca".

Per la prima volta "Aboca" permetterà l'esposizione di alcuni pezzi importanti dell' "Aboca Museum", avremo antichi erbari, vasi di erboristi ed esemplari di piante rare. Presenteremo in anteprima il nuovo libro di Erika Maderna "Le mani degli Dei. Mitologie e simboli delle piante officinali nel mito greco" (Aboca Edizioni).

Collaboreremo con Artisti, Associazioni e Aziende che sono vicine al mondo delle piante, che sostengono e curano le biodiversità caratteristiche del territorio, con l'intento di piantare nuovi semi di conoscenza e consapevolezza.

Nella serata di domenica diverse figure professionali condivideranno opinioni e punti di vista sul tema della "Rigenerazione", tema significativo per la nostra città in questo periodo.

Visualizzazione di

Interventi di:
- Dott. Aurelio Manzi, etnobotanico, naturalista;
- Dott. Carlo Di Stanislao, Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia, Venereologia e Sessuologia Clinica e in Allergologia e Immunologia Clinica, esperto in agopuntura, fitoterapia e omeopatia. Presidente del Centro Studi Xinshu, responsabile della Commissione Medicine non Convenzionali dell'Ordine dei Medici de L'Aquila;
- Dott.ssa Erika Maderna, etruscologa, archeologa, autrice dei libri "Medichesse. La vocazione femminile alla cura"; "Le mani degli Dei. Mitologie e simboli delle piante officinali nel mito greco";
- Dott.ssa Stefania La Badessa, farmacista esperta della mitologia delle erbe medicinali;
- Avv. Tommaso Navarra, Presidente del "Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga"
- Avv. Maurizio Capri, Ass. all'Ambiente della Città di L'aquila;
- Prof. Domenico Nicoletti, direttore del "Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga"; Architetto paesaggista, giornalista, primo direttore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, docente in "Gestione e Salvaguardia delle Aree Protette" all'Universita' di Salerno e, membro del nucleo tecnico della "Rete per l'attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio" presso il Consiglio d'Europa;
- Moderatore: Dott. Angelo De Nicola, giornalista, scrittore;

Seminari, laboratori, conferenze, passeggiate erboristiche,
aperitivi bio-vegan a cura di esperti del settore.

PER PRENOTARE LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA':
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
phone. 392 7750327
mail. herbariafestival@gmail.com

sabato 27 agosto 2016

UNAC: "In the past 15 years, the US military machine has attacked 17 countries..."

A response by the United National Antiwar Coalition (UNAC) to the attack on the antiwar movement from Terry Burke published in "In These Times" 

In the past 15 years, the US military machine has attacked 17 countries. The many peace and justice organizations and individuals attacked in Terry Burke’s article(1) have a long history of opposition to ALL US wars, interventions, invasions, drone attacks, military coups, blockades, and sanctions on numerous countries around the world. The military aggression of the United States, the expansion of NATO, the efforts at encirclement of Russia and China with weapons shieldsCIA destabilizations in Latin America and the massively destructive US wars in Central Asia, West Asia, Middle East and North Africa, along with the massive arms deals with US allies like Israel and Saudi Arabia, have created terrible destruction and millions of deaths and refugees. 

UNAC, a peace and justice coalition with organizations and individuals from different perspectives, seeks to counter the corporate media propaganda and politicians’ justifications for each of these wars and for expanding US militarism. 

These wars collectively, and each of them individually, are for US economic and geopolitical domination. None of these wars have resulted in increased security or stability for the countries targeted or for the people of the US. 

It is from this perspective that we oppose the US war in Syria. We oppose the US bombing that has ruined so much of the vital infrastructure, and we oppose the US-coordinated arming and financing of numerous armed groups and the devastating sanctions that the US has imposed on the people of Syria.

Terry Burke cites her past work in the Nicaragua Solidarity Committee as the basis of her position on Syria. However, this distorted reasoning would have led Terry and the antiwar movement to support the US backed Contra forces in Nicaragua as “democratic and progressive forces.”

The US role in Central America was to covertly arm contra forces to impose regime change in Nicaragua while funding and arming Salvadoran and Guatemalan death squads. This destructive policy created millions of refugees from Central America in the 1980s, just as US policies of regime change in the past 12 years of war in Iraq, Libya, Syria and elsewhere has created even more refugees.

The US is coordinating Saudi, Israeli, Qatar, Turkish and EU efforts of bombing and of arming opposition groups.   The stated goal from the beginning has been regime change in Syria. Regime change, as in Iraq and Libya, means the complete destruction of every secular state institution, including the very structures that provided full access to free education, free health care, electrification, potable water, modern infrastructure, irrigation and communication. 

Years of US sanctions against Iraq, Iran, Syria and Libya did not succeed in carrying out regime change, although they created great hardships and dislocations in each economy. Up to 1.5 million people died due to US sanctions in Iraq alone.

Today, as we watch two candidates running for president who threaten increased and terrible interventions in Syria, we are seeing a big increase in US propaganda.  Take, for example, the August 11th article by Fair and Accuracy in Reporting (FAIR) on the breakdown of the recent ceasefire:  http://fair.org/home/how-media-distorted-syrian-ceasefires-breakdown/.  FAIR, a media watchdog group, exposed the fact that it was groups supported by the US fighting alongside the al Nusra Front, the al Qaida group in Syria, that actually broke the ceasefire, yet the media blamed the Syrian government and the Russians for the breakdown.  Much of what we see in the US media related to the situation in Syria is the same kind of propaganda with the goal of building greater support for war. 

Terry Burke claims we are “US-centric” for opposing our government’s attacks on Syria and attempts at regime change in that country.  She claims that we have “ignored anti-Assad progressive Syrian voices.”  But who has ignored what?  Where in the US corporate media are the voices of Syrians (both pro and anti-Assad) who want an end to the ISIS/Al-Qaida/US/NATO intervention in their country and have rallied to the side of their government to end it? The US corporate media and some so-called progressives in the US have focused on vilifying Assad rather than the US-led war on Syria, which only leads to strengthening the forces who seek regime change and war.   Should we add our voices to that chorus? Is that the best way to end US intervention in Syria, which the overwhelming majority of Syrians oppose?  We think not.


​ 
Syrians in Lebanon line up to vote in Syrian election 2014

The March 13 UNAC protest, “A Day of Peace and Solidarity,” is the basis of Burke’s claims that “a dictator accused of monstrous war crimes is being given tacit support by major organizations in the peace movement.”  Why? Because the “anti-war protest in New York City included people carrying the flag of the brutal Assad regime…”  It is true that Syrians came to that demonstration and carried the flag of their country.  Do Syrians not have the right to carry their flag?  Is it the place of the US anti-war movement to tell people from any country that is under attack by the US that they do not have the right to carry their country’s flag?  That is not the role of our movement; we oppose our government’s illegal and immoral aggression against all countries and do not lecture the people of that country on whom they should support or not support.

  
​ Syrians protest in DC to end US intervention in their country

If antiwar activists and organizations in the US condemn US bombings and aggression in Syria as our primary concern, rather than denouncing “Assad’s crimes,” we are branded “pro-Assad.”  Burke attacks us for having signs like “US Hands Off Syria” and “No US War on Syria.”  These she says are “US-centric.”  Were similar slogans used during the Vietnam War, Afghan War, and Iraq War also US-centric?  The US is the most militarily aggressive country in the world.  It has around 20 times the number of foreign military bases as all other countries in the world combined.  We in the US have an obligation to humanity to demand that our government stop the aggression and bring the troops home from Syria and all of the more than 130 countries where there are US troops.

Burke accuses the antiwar movement of ignoring progressive Syrian voices but she is highly selective in identifying the “Syrian perspective” as those who are anti-Assad.  We must ask her why she ignores the Syrian voices that seek to end the US/NATO/ISIS/Al-Qaida attacks on their country.

Burke believes that the primary feature of the Syrian conflict is fighting between two camps of Syrians.  However, this is not the case.  Syria has been invaded by extremists such as ISIS and al Nusra.  Tens of thousands of mercenaries have poured into this small country to overthrow the government, a goal which the US and NATO share.  They have been supported by bombings, logistics and harsh sanctions against Syria from the US and NATO.  Though the US has claimed it is there to attack the extremists, there had not been much damage to them until Russia entered the fighting-- and then, in a matter of weeksthe tide turned. The oil that ISIS takes from Syria and uses to help fund their operations has been left untouched by the U.S and its allies until Russia started bombing their oil operations.

The antiwar movement can agree on non-intervention and self-determination.  Aligning with those anti-Assad Syrians who support US intervention in Syria can only divide and weaken our movement, which needs to be united today, perhaps more than ever.

We urge the antiwar movement to reject the ideas that Terry Burke presents in her article and demand that the US and NATO stop the bombing, stop the sanctions, stop the flow of weapons and stop the funding.  This will stop the extremist groups.  Then the people of Syria can alone decide their fate.

(1)    Organizations and people attacked by Terry Burke in her article in “In These Times” include United National Antiwar Coalition (UNAC), US Peace Council, Syrian American Forum, Veterans for Peace, Manhattan Green Party, WarIsACrime.org, Voices for Creative Nonviolence, Syrian American Will Association, ANSWER Coalition, Anti-War Committee Chicago, Minnesota Anti-War Committee, Women Against Military Madness, Workers World Party, Freedom Road Socialist Organization, Mint Press News, AntiWar.com, Consortium News, Veteran Intelligence Professionals for Sanity including members William Binney, Coleen Rowley and Ray McGovern;dedicated activists like David Swanson and Kathy Kelly,  as well as journalists Seymour Hersh, Robert Fisk, Patrick Cockburn, Robert Kennedy Jr., Gareth Porter and Robert Parry.

The Administrative Committee of the United National Antiwar Coalition (UNAC)

Marilyn Levin - UNAC co-coordinator
Joe Lombardo  - UNAC co-coordinator
Margaret Kimberley - Senior columnist, Black Agenda Report
Joe Iosbaker - Chicago Anti-war Committee
Sara Flounders - Co-director, International Action Center
Bernadette Ellorin - Chairperson, BAYAN, USA
Judy Bello - Upstate Coalition to Ground the Drones and End the Wars
Abayomi Azikiwe - Michigan Emergency Committee Against War and Injustice
Phil Wilayto - Editor, The Virginia Defender
Jeff Mackler - Northern California UNAC

(If you want to add your name to this statement, please email UNACpeace@gmail.comwith your name and the name of your organization.  If it is an organizational endorsement of the statement, please note that in your email or simply click here:https://www.unacpeace.org/support-syria-statement.html)


Information list of the network No to War - No to NATO www.no-to-nato.orginfo@no-to-nato.net

venerdì 26 agosto 2016

Terni, dal 23 al 25 settembre 2017 - Genuino Clandestino e progetto disinquinamento della conca


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Due righe sull'organizzazione di questo appuntamento di Genuino Clandestino  nella conca di Terni, dal 23 al 25 settembre 2016,  che tanto ci ha e ci sta tenendo impegnate tutti.


Terni è un esempio di quanto le nostre terre, tutte, siano inquinate: monnezza mossa da interessi economici e riversata ora in un camino, ora in una discarica, ora sottoterra lontana da occhi e cuori; capitali che si chiamano Pac e che distribuiscono nei campi cereali da BIOdigerire facendone aumentare i costi di quelli destinati ad alimentazione animale e/o umana; economie che tolgono l'acqua dalle profondità della terra per ovviare a disastri ambientali chiamati progresso.


Oggi è Terni, perché ci siamo dentro fino al collo e abbiamo saputo rialzarci e gridare lo schifo che stanno facendo attorno a noi, ma oggi è anche  Taranto, Avigliana o Brescia con le acciaierie, è Matera, Gubbio o Spoleto con i cementifici, è l'Emilia Romagna tra inceneritori, centrali a biogas e biodigestori, è la Val di Susa distrutta negli occhi da un treno e nel cuore dalla sottrazione di terreni agricoli, pascoli e vigneti, è Orvieto, Colleferro o ogni altro ambiente eletto discarica di un mondo usa e getta, ma oggi è tutta l'Italia.


Ebbene, potrà sembrare strano, ma a Terni non ci sarà un tavolo sulla devastazione di questo territorio! Non lo vogliamo!


Ci sarà una giornata, quella di venerdì, in cui si cercherà di fare un primo punto della situazione generale, ci si chiederà cosa possiamo fare in alternativa a quanto ci viene obbligato da asl e Comuni, ci si chiederà come Genuino Clandestino farà sua questa battaglia e come renderà pubbliche le sue posizioni, le sue scelte e le sue azioni, si parlerà di benessere umano e animale che diventa malessere quando non ci si rialza dopo una caduta, ci si chiederà quanti, dentro la rete, sono vicini a fonti inquinanti e quanti vivano in un'isola Felice, che non per questo non li faccia sentire responsabili e coinvolti, lanceremo una mappatura nuova, metteremo in piedi un osservatorio indipendente che possa analizzare i nostri prodotti.


Vi abbiamo invitato a contribuire alla giornata di venerdì inviando materiale sui vostri territori, mettendoci in contatto con esperti o studiosi, rinnoviamo l'invito anche oggi a farlo, proprio perché Terni è in ogni regione di questa italia ammalata.


Non vogliamo un tavolo specifico su Terni perché non vogliamo compassione o letture paternalistiche, non ci servono.


Vogliamo che Genuino Clandestino sia un percorso politico, dal basso: le alternative ci sono, alcune le abbiamo già trovate e altre le troveremo, e, se non ci saranno, le creeremo.


Il sabato mattina durante i tavoli "classici" di Gc si pùò pensare di farne uno tra cittadini, magari, specifico sulle domande del giorno prima, provare a confrontarci e trovare risposte pratiche.

Fede per Mercatobrado - mercatanti@gmail.com


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giovedì 25 agosto 2016

Il testamento di San Francesco d'Assisi per Santa Chiara


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Quando Francesco morì, Frate Rufino consegnò a Chiara, che restò con il Santo fino all’ultimo, la sua bisaccia. Quando Chiara l’aprì, all’interno c’era la sua ciotola di legno, il suo cucchiaio, alcuni semi, una penna, un piccolo vaso d’inchiostro, e poi una pergamena più volte ripiegata, tutta accartocciata. Con le mani che le tremavano Chiara dispiegò la pergamena e decifrò le goffe lettere che Francesco aveva faticosamente vergato negli ultimi istanti della sua vita… e non potè mai più dimenticarne il contenuto!

All’anima che sa leggere nella mia,
e che ne comprende le gioie e i dolori,
voglio confidare queste parole:
all’alba della mia dipartita, al crepuscolo del sentiero che ho scelto,
posso finalmente affermare, completamente in pace,
che la nostra ferita, in questo mondo, non sta nè nella ricchezza nè nella povertà,
ma nella nostra dipendenza da uno di questi due strati,
nel fatto di immaginare che l’uno o l’altro possano offrirci gioia e libertà.
Sta anche nel fatto di essere convinti che l’Altissimo Signore
abbia bisogno delle sofferenze di noi creature, per aprirci la porta della sua luce.
La nostra ferita, infine, è il convincimento
che Egli abbia bisogno di sacrificarSi sotto forma di suo Figlio,
o sotto forma umana al fine di salvarci.
Chi mai, tranne noi stessi,
per mezzo della purezza del cuore, potrà salvarci?
In verità il Buon Signore mi ha mostrato
che non vi era alcun riscatto,
alcun sacrificio da perpetuare.
Mi ha insegnato, in silenzio,
che sarebbe bastato uscire dall’ignoranza, dall’oblio, e amare.
Amare la vita in ogni forma,
e con tutti i mezzi che la rendono bella,
amare la sua Unità in ogni cosa e in ogni essere.
Possa tutto questo venir detto, un giorno,
tanto alle donne come agli uomini;
possa venir detto e insegnato meglio di quanto io abbia saputo fare,
senza nulla respingere dell’Acqua nè del Fuoco.
Il mio augurio è che non ci siano più nè Chiese,
nè preti, nè monaci, niente di tutto questo:
che vi sia soltanto l’Altissimo e noi,
perchè sta ad ognuno incontrarlo in se stesso…
Ora che il velo si squarcia,
voglio andarmene nudo come sono venuto al mondo.
E non parlo della nascita del mio corpo,
ma della vera nascita della mia anima,
del giorno in cui ha trovato il coraggio
di scendere più a fondo nella carne
per offrirsi all’Eterno,
così in Alto come in Basso”.

martedì 23 agosto 2016

Firenze, 16 settembre 2016: "Ildegarda di Bingen, ieri, oggi e domani"



16 settembre 2016, ore 18 - Firenze - Libreria Salvemini
presentazione del libro
"Ildegarda di Bingen, ieri, oggi e domani"
di 
Marie Noelle Urech

In che modo le intuizioni e la spiritualità di una mistica medievale possono infl
uenzare la vita degli uomini del III millennio? La divulgazione delle opere scientifiche, teologiche e musicali di Ildegarda di Bingen, monaca, medico, musicista e consigliera dei grandi d'Europa, ha conquistato un vasto pubblico, facendola diventare un simbolo dei nostri tempi. Già nel fulgido splendore del XII secolo, la sua filosofia unitaria, espressa sia con il linguaggio della donna di scienza che con il verbo infuocato della mistica, anticipano molte delle nostre conoscenze moderne, rivelandosi una “philosophia perennis “.

L’enorme interesse che si sviluppa oggi attorno alla sua figura corrisponde ad una forte esigenza di unire Spirito e Scienza nella nuova visione del mondo emergente e in cui l’eredità Ildegardiana si colloca con grande attualità rispetto alle nuove relazioni che instauriamo con il mondo, con la Natura e con lo Spirito.

L'autrice, Marie Noelle Urech, di origine belga vive a Viterbo dove ha fondato il Centro Ildegardiano Viriditas che diffonde una visione globale dell’uomo e della medicina. Counselor e scrittrice si occupa da anni dei fenomeni della coscienza e in particolare dei sogni, da cui è derivato il suo “incontro” con Ildegarda di Bingen. 


venerdì 19 agosto 2016

Buddha e buddismo in parole semplici e chiare


Nel mondo attuale conviviamo ormai con molteplici religioni e dottrine
di vita, una tra queste il Buddismo ed il suo stile di vita, che
accompagna nel cammino dell’esistenza i Monaci ed i loro seguaci. Si
narra il che Buddha nacque introno al 465 a. C. da una ricca famiglia
della stirpe degli Shakya che dominava una parte dell’India himalayana. 

Fu allevato e crebbe nel lusso principesco, si sposò ed ebbe
anche un figlio. Ma anche lui conobbe le miserie umane, un vecchio, un
cadavere ed un mendicante.

Queste tristi realtà della vita lo impressionarono notevolmente, tanto
che all’età di 30 anni abbandonò tutto e tutti per dedicarsi a
conoscere le cause della miseria, vivendo da eremita, ed alla ricerca
di una soluzione sull’enigma della vita. Capì che la salvezza poteva
trovarla solo nella meditazione personale, e si narra che a 35 anni,
dopo 49 giorni di riflessioni ai piedi di un albero di fico, in una
notte di luna piena del mese di maggio, raggiunse l’illuminazione:
comprese le quattro nobili verità sul dolore, sull’origine del dolore
sulla soppressione del dolore, e sulla via che porta alla soppressione
del dolore. Anima dalla pietà per gli uomini e dal desiderio di
salvarli, seguito da cinque discepoli, per circa quaranta anni
percorse il nord dell’India, insegnando la bellezza della sua
dottrina, il messaggio di speranza e felicità che si raggiunge, con la
conquista del proprio intelletto e della volontà.

Secondo la tradizione il Budda mori all’età di 80 anni, seguito dal
suo discepolo fedele e prediletto Ananda, alla quale lasciò i suoi
saperi ma prima di morire si rivolse ai suoi fedeli dicendo: Ricordate
o fratelli queste mie parole: tutte le cose composte sono destinate a
disintegrarsi! Attuate quindi con diligenza la vostra propria
salvezza!

I Monaci che intendono quindi praticare questa disciplina, per
raggiungere la salvezza, devono attenersi alle seguenti norme morali,
la retta parola, la retta azione, il retto comportamento. Queste
azioni possono essere estese anche ai laici che intendono porre a
motivi fondamentali della loro vita, la tolleranza e l’ amore. Ma dopo
aver appreso le tre verità con costanza e devozione, la quarta verità
indica al discepolo, la via da seguire il raggiungere la salvezza, il
Nirvana (ovvero estinzione), inteso come liberazione dal dolore, e
dalla catena dell’esistenza. Nell'apprendere i principi che regolano
il Buddismo, questa affascinante dottrina, una cosa salta agli occhi
palesemente: anche se di parla di Buddha, e non di Dio, c’ è sempre un
essere superiore sopra di noi che ci insegna ad amare il prossimo,
nella semplicità e non nella ricchezza, preoccupandoci di donare
amore, conforto e felicità senza pensare alle cose terrene, ma alla
salvezza dell’anima e dello spirito.


Rita De Angelis

giovedì 18 agosto 2016

Riflessioni bioregionali sulla spiaggia libera di Porto Recanati...



I giorni passano veloci, le previsioni meteo sono di tempo incerto ed io non ho ancora incamerato la mia dose annuale di sole e vitamina D e così stamattina io e Paolo abbiamo guardato un po' fuori dalla finestra e lui mi ha detto: "Decidi tu".

Lo so, andare al mare per lui è un mezzo sacrificio, mentre da ragazzo stava ore ed ore al sole, al lago, al mare, nei campi, al fiume, ora non lo sopporta proprio. Poi ad andare al mare si "perde" una mattinata e si resta indietro col Giornaletto di Saul, si scombina la giornata. 

Però fatti due conti e considerato che la prossima settimana, che per me non sarà nemmeno intera qui, avremo tanti impegni, ho pensato che era meglio approfittare di questa giornata anche se un po' nuvolosa. Inoltre avevo sentito parlare da più persone (Barbara, Maria Dalia) della spiaggia di Porto Potenza, che invece dei sassolini come a Porto Recanati, avrebbe la sabbia ed è sempre abbastanza vicina, così siamo partiti con "spirito da esploratori". 

Evidentemente quello spirito però non è stato sufficiente, dopo pochi chilometri, un paio di soste per chiedere e cercare e siamo ritornati alla nostra vecchia, cara, spiaggia libera di Porto Recanati. Oggi era ancora più "libera" del giorno di ferragosto, meno bagnanti, meno cani e quei pochi molto tranquilli. Un paio d'ore piacevoli, non era affatto caldo e sono persino stata un pochino al sole con le gambe. 


A Treia avevo preso in fretta prima di uscire di casa un libriccino della Rete Bioregionale Italiana, sulle mappe bioregionali, edito da AAM  Terranuova, alla cui redazione aveva partecipato anche Paolo con la mappa della Tuscia e tanti articoli e articoletti, la maggior parte dei quali erano di Giuseppe Moretti, Stefano Panzarasa e Jacqueline Fassero. Eh, altri tempi... di collaborazione ed unione.... ma ormai passati... chissà se torneranno, magari in altri modi, forme di collaborazione?

Del resto ho appena finito di leggere il libro di Kirkpatrick Sale "Le Regioni della Natura", sull'ipotesi del bioregionalismo e l'ho trovato veramente chiaro, leggibile, comprensibile e pieno di osservazioni e proposte condivisibili. 

Un americano, che racconta prevalentemente la situazione del bioregionalismo come si potrebbe applicare e come si vive là, dai gruppi che se ne occupano. Sembrerebbe facile metterlo in pratica anche qui in Italia, in Emilia, nelle Marche, ecc. Ma come si fa se è tanto difficile andare d'accordo anche con persone che seguono lo stesso percorso?

Caterina Regazzi - 18 agosto 2016



mercoledì 17 agosto 2016

La riforma costituzionale del governo renzi è uno scandalo. Al referendum votiamo No.


Baciamo le mani a voscienza


La riforma costituzionale del governo e' uno scandalo che mutila il parlamento prostituendolo all'esecutivo e distrugge la separazione e l'equilibrio dei poteri sostituendo alla repubblica democratica un regime autoritario.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla riforma elettorale che nega il basilare principio democratico della proporzionalita' delle rappresentanze.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla riforma della scuola che la sussume a logiche e fini di universale sfruttamento e narcosi.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla riforma del mercato del lavoro a vantaggio dei vampiri e degli schiavisti.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla politica (anti)sociale che distruggendo i servizi pubblici nega i diritti di tutti e pretende sostituirli con la beneficenza.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla politica (anti)economica che aiuta gli sfruttatori, i rapinatori, i devastatori e che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

Uno scandalo eguagliato forse solo dalla politica estera fatta di partecipazione alle guerre e di fornitura d'armi ai regimi terroristi e stragisti.

*
La riforma costituzionale del governo e' uno scandalo. Al referendum votiamo No.



Associazione "Respirare"


Birichina!

lunedì 15 agosto 2016

Belforte di Gazzuolo - Le oche che non ti aspetti...



A Belforte, frazione di Gazzuolo, al confine tra Mantova e Cremona, è stato individuato un allevamento abusivo di oche. Gli animali, più di centocinquanta, erano – in base a quanto riportato da “La Provincia di Cremona” - detenuti all'interno di un'abitazione, in barba a qualsiasi regolamento su igiene e norme di detenzione degli animali.

Difficile immaginare in che condizioni le povere oche siano state costrette a sopravvivere. 

La scoperta di questo lager casalingo avrebbe potuto (e dovuto) significare per loro la fine di un incubo.
Ed invece quel che è accaduto è esattamente l'opposto.
Il proprietario dell'allevamento illegale ha patteggiato con il comune di Gazzuolo, ed ottenuto la ratifica di un'ordinanza, datata 14 agosto, che da il nulla osta all'uccisione immediata degli animali “in sovrannumero” rispetto al massimo consentito dalla legge per gli allevamenti domestici.
In pratica, entro domani, più di cento oche saranno massacrate.
Al solito, saranno gli animali a pagare colpe di altri.
Al solito, la risposta delle istituzioni è quella più facile. Ma più ingiusta.
Lo vediamo in ogni ambito, come a prevalere sia la politica della coercizione, dello sfruttamento, dell'uso della forza verso chi è considerato inferiore, o inopportuno, fastidioso, inutile.
Per questi animali, per queste “stupide oche”, non viene neanche presa in considerazione la possibilità di salvar loro la vita, cercare per loro un'alternativa.
E' uno scenario che si ripete. Lo abbiamo visto tante volte in passato nei tanti casi di cinghiali ed altri animali selvatici condannati a morte per il solo fatto di esistere e pervicacemente cercare di sopravvivere in un mondo sempre più antropizzato ed urbanizzato. O in quelli di animali che fuoriescono dalle gabbie, reali e ideali, in cui sono stati rinchiusi (da carne, da laboratorio, da pelliccia, da circo) e diventano per questo o inutili o pericolosi. Sono casi anche recenti, come quello delle mucche dell'allevamento di Suzzara (aiutate dalla Rete dei Santuari di Animali Liberi), o quello dei tori di Pantelleria (anche loro salvi grazie all'estesa mobilitazione). O di Scilla, il toro evaso in Sicilia e che presto verrà accolto da Agripunk Onlus.
Perché – e lo abbiamo dimostrato tante volte – un'alternativa è possibile.
E mentre lavoriamo per un cambiamento radicale, per una società nuova, possiamo provare a cambiare il destino, qui ed ora, di chi si trova al momento stritolato tra gli ingranaggi di questo sistema. Possiamo provare a dare dei segnali, a porre le basi, a gettare semi.
Possiamo provare, intanto, qui ed ora, a fermare la mattanza e salvare le cento oche condannate a morte.

Scriviamo e telefoniamo al sindaco, alla ASL, alla polizia municipale. Auguriamo loro buon ferragosto e chiediamo che intervengano prontamente per bloccare il massacro.

Campagna a cura di 
 Le Grandi Orecchie Onlus

Blocco mail:
sindaco@comune.gazzuolo.mn.itvigilanza@comune.gazzuolo.mn.itvet.viadana@aslmn.itprovincia.mn@gazzettadimantova.it ; redazione@cronacamantova.it;cronaca@vocedimantova.itinfo@newsmantova.it; redazionemantova@radiobruno.it 

Telefoni:
Sindaco di Gazzuolo, sig. Loris Contesini: 0376/924924

Vicesindaco ed assessore al territorio, sig. Enzo Benedetti: 3331031878

Polizia Municipale di Gazzuolo: 3351204155

ASL distretto veterinario di Viadana: 0375789754

Mail tipo:
Al sindaco di Gazzuolo, al responsabile ASL, al responsabile Polizia Municipale

Gent. Sig.ri,
ho appreso della scoperta, nella frazione di Belforte, di un allevamento abusivo di oche.
Gli animali erano detenuti in altissimo numero all'interno di un'abitazione, il cui proprietario era privo di qualsiasi permesso ed operava al di fuori di ogni regolamento e norma.
Ho anche appreso che è stata emessa ordinanza urgente che consente all'allevatore di uccidere tutti gli animali in sovrannumero (più di cento) entro domani.
Ma quelle oche non sono cose, sono esseri senzienti. E non hanno colpa alcuna in questa vicenda. Anzi, sono le prime vittime.
Una soluzione alternativa è possibile, che salvi loro la vita e dia un segnale, da parte vostra, di empatia e compassione nei loro confronti.
Esistono associazioni e rifugi che possono impegnarsi nel loro ritiro e allocamento.
Vi chiedo un gesto di umanità.

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domenica 14 agosto 2016

Chiromanzia... per conoscere il nostro destino


Un certo Adolphe Desbarrolles vissuto ormai due secoli fa parlava di un fluido astrale che le terminazioni nervose captano dall'ambiente terrestre e non, visto che le mani (ma anche i piedi) sono le parti del corpo dove si trovano più terminazioni nervose, gli sembrò logico pensare che questo fluido astrale, che per millenni è scorso attraverso queste terminazioni nervose andasse a formare quelle linee che conosciamo come della vita, testa, cuore, epatica, del destino ecc. Si dice appunto che il destino è nelle mani dell'uomo, non solo per indicare la facoltà di creare il proprio cammino, ma anche più velatamente per suggerire cosa è scritto nelle nostre mani.... 

Tra i tanti libri che ho letto su quest'argomento non erano molti quelli che insegnavano a considerare prima la forma delle mani, delle dita, le proporzioni, il dorso della mano, i monti, i piani ed i fiumi, che sono le cosiddette linee, oltre ad una ricchissima simbologia di segni e di posizioni che indicano progressi o penitenze. Quindi questo fluido astrale altro non è che comunicazione col tutto percepita dalle nostre terminazioni nervose e attraverso l'intuizione , elaborate dal nostro cervello e ritrasmesse cioè trasformate in azioni, parole o anche solo pensieri.... e siccome nel fluido astrale sono già presenti i semi di ciò che faremo o che saremo da questo diventa possibile in base alle caratteristiche delle mani, predire ciò che accadrà ed anche ciò che si sente di essere. Sarà mai che i piedi, che contengono anch'essi molte terminazioni nervose, non possano indicare il "cammino " dell'essere umano.... ? Con essi percorriamo le vie del mondo create da ciò che abbiamo nelle mani quindi deduciamo che i piedi ci parlano più di cose concrete, di ciò che riguarda il corpo... le espressioni tipo cammino in salita o cammino lieto indicano che attraverso i piedi percepiamo sensazioni.... Non si discostano molto dalla realtà proprio perché sono le nostre radici terrene e ci tengono ancorati alla materia. 

E per concludere volevo sottolineare il fatto che mani e piedi sono estremità del corpo e allora tutto ciò che sta tra loro non potrà essere interpretato? La testa è come le mani un'estremità ed infatti ha un'arte tutta sua per essere interpretata, quest'arte è chiamata fisiognomica la quale deduce i caratteri psicologici delle persone, nel viso come nelle altre estremità vi sono dei punti direttamente collegati con certi organi e non è raro, che il colorito del viso ci parli della salute, come un'espressione preoccupata si nota dalla fronte corrugata o le mascelle molto sviluppate possano indicare l'attitudine a mangiare molto ed al possesso.... 

Da tutto quanto detto si capisce che il corpo è una mappa con delle rotte precise che indicano la direzione del conducente, e le arti che servono a dedurla sono mezzi dei quali l'uomo può servirsi per procedere nel suo percorso. Quanto ho esposto è solo un accenno a ciò che queste arti contengono, le chiamo arti e non scienze per non urtare la sensibilità di qualcuno. Spero di aver reso un buon servizio a chi è interessato.

Giuseppe Finamore