Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

mercoledì 29 giugno 2016

Mossa vitale: l'uscita dalla NATO



Mentre l’attenzione politico-mediatica è concentrata sulla Brexit e su possibili altri scollamenti della UE, la NATO, nella generale disattenzione, accresce la sua presenza e influenza in Europa. Il segretario generale Stoltenberg, preso atto che «il popolo britannico ha deciso di lasciare l’Unione Europea», assicura che «il Regno Unito continuerà a svolgere il suo ruolo dirigente nella NATO». Sottolinea quindi che, di fronte alla crescente instabilità e incertezza, «la NATO è più importante che mai quale base della cooperazione tra gli alleati europei e tra l’Europa e il Nordamerica».

Nel momento in cui la UE si incrina e perde pezzi, per la ribellione di vasti settori popolari danneggiati dalle politiche «comunitarie» e per effetto delle sue stesse rivalità interne, la NATO si pone, in modo più esplicito che mai, quale base di unione tra gli Stati europei. Essi vengono in tal modo agganciati e subordinati ancor più agli Stati Uniti d’America, i quali rafforzano la loro leadership in questa alleanza. Il Summit NATO dei capi di Stato e di governo, che si terrà a Varsavia l’8-9 luglio, è stato preparato da un incontro (13-14 giugno) tra i ministri della difesa, allargato all’Ucraina pur non facendo essa parte ufficialmente della NATO. Nell’incontro è stato deciso di accrescere la «presenza avanzata» nell’Europa orientale, a ridosso della Russia, schierando a rotazione quattro battaglioni multinazionali negli Stati baltici e in Polonia.


Tale schieramento può essere rapidamente rafforzato, come ha dimostrato una esercitazione della «Forza di punta» durante la quale un migliaio di soldati e 400 veicoli militari sono stati trasferiti in quattro giorni dalla Spagna alla Polonia. Per lo stesso fine è stato deciso di accrescere la presenza navale NATO nel Baltico e nel Mar Nero, ai limiti delle acque territoriali russe. Contemporaneamente la NATO proietterà più forze militari, compresi aerei radar Awacs, nel Mediterraneo, in Medioriente e Africa. Nella stessa riunione, i ministri della difesa si sono impegnati ad aumentare nel 2016 di oltre 3 miliardi di dollari la spesa militare NATO (che, stando ai soli bilanci della difesa, ammonta a oltre la metà di quella mondiale), e a continuare ad accrescerla nei prossimi anni. Queste sono le premesse dell’imminente Summit di Varsavia, che si pone tre obiettivi chiave: «rafforzare la deterrenza» (ossia le forze nucleari NATO in Europa); «proiettare stabilità al di là dei confini dell’Alleanza» (ossia proiettare forze militari in Medioriente, Africa e Asia, anche oltre l’Afghanistan); «allargare la cooperazione con la UE» (ossia integrare ancor più le forze europee nella NATO sotto comando USA).


La crisi della UE, emersa con la Brexit, facilita il progetto di Washington: portare la NATO a un livello superiore, creando un blocco militare, politico ed economico (tramite il TTIP) USA-UE, sempre sotto comando USA, contrapposto all’area eurasiatica in ascesa, basata sull’alleanza Russia-Cina. In tale quadro, l’affermazione del premier Renzi al forum di San Pietroburgo, «la parola Guerra Fredda è fuori dalla storia e dalla realtà, UE e Russia tornino ad essere ottimi vicini di casa», è tragicamente grottesca. L’affossamento del gasdotto South Stream Russia-Italia e le sanzioni contro la Russia, ambedue per ordine di Washington, hanno già fatto perdere all’Italia miliardi di euro. E i nuovi contratti firmati a San Pietroburgo possono saltare in qualsiasi momento sul terreno minato della escalation NATO contro la Russia. Alla quale partecipa il governo Renzi che, mentre dichiara la Guerra Fredda fuori dalla realtà, collabora allo schieramento in Italia delle nuove bombe nucleari USA per l’attacco alla Russia.


Manlio Dinucci


(Il Manifesto)


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Articolo in sintonia: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/06/30/le-sanzioni-non-sono-contro-la-russia-ma-contro-i-paesi-europei-per-indebolirli-e-far-loro-accettare-il-trattato-ttip/

lunedì 27 giugno 2016

La bottega per nulla - Esempio di riciclaggio e scambio mutualistico solidale





Cosa è la Bottega per Nulla...
La Bottega per Nulla rappresenta uno degli strumenti di mutualità che Mag6 da alcuni anni ha cominciato a sperimentare all’interno della base sociale, con l’obiettivo di ridurre sempre più la nostra dipendenza dal denaro, modificarne l’immaginario e sperimentare pratiche di circolazione non monetaria di beni e servizi.
Per approfondire ulteriormente potete leggere qui http://mag6.it/wordpress/mutualita/eco-condivisione-dono/


Nella Bottega per Nulla arriva il BUS... prendiamolo!
Quando avviene uno scambio sia chi richiede sia chi regala/presta puo' ricevere 5 BUS - Buono di Uscita Solidale - accettato, minimo al 30%, in pagamento dei propri beni e servizi dalle realtà aderenti alla rete che trovate al link http://goo.gl/axhhvT.
Per questo scrivete a Enrico felix@mag6.it

  
  
   
  
  

  
  
 
 
  
 
  


ECCOVI I 4 MESSAGGI di Giorgia, Maya, Mariapaola e Dario!


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1° RICHIESTA

Ciao Chiara,

Ho un richiesta x la mia nipotina e la mia mamma, che spesso la accudisce. la piccola presto comincerà a gattonare e poi a camminare.
L'oggetto che cerco è forse desueto e x questo non si trova nei negozi: cerco un box x bambini, di quelli grossi circa 1 metro quadrato con il pavimento imbottito, la rete lungo le pareti e i bordi imbottiti.

Vi ringrazio moltissimo,

Giorgia
3479667698
giorgiamanzini@autistiche.org 
 
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2° RICHIESTA

Buongiorno Bottega! Mi chiamo maya ed ho un bimbetto di 6 kg. Ho scoperto da una mia amica che l'altalena elettrica lo fa sprofondare in un sonno profondo.ottima cosa perchè calma anche le coliche! Affascinata da ciò mi sono detta " proviamo con la bottega!!!".
sono di reggio.
Il mio contatto mail è montemurromr@aol.it
Attendo speranzosa e grazie


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3° REGALO

Ciao,
regalo magliette estive bambino 8 anni circa, scarpe da ginnastica 34...calcetto 34...maglioni taglia s uomo ragazzo..
Mariapaola Gatti

3487289978
Via popolo di israele 6 re

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4° REGALO


Ciao,
un amico di casalecchio di bologna vuole regalare un freezer a sportello verticale 60x60 alto circa 1 metro
se interessati chiamate pure dario al 388-6580591.  
 ciao    
simone 
 
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Car* soci*, 

Condivido con voi anche un messaggio da parte di Clara di Trieste relativamente alla richiesta e alle considerazioni  di Patti sulla sua richiesta di scarpe ... grazie..

"A un migrante serve tutto ma tra procurargli scarpe o cibo, è meglio avere le scarpe, perchè se ha quelle poi può andare in giro a cercare il cibo, se non ha le prime non può nemmeno muoversi.
Noi nei vicini campi di slovenia abbiamo portato soprattutto quelle, infatti.
Clara Ts"

A presto,
chiara

Bari, 1 e 8 luglio 2016 - Teatro Campagneros con Effetto Terra


Teatro nell'orto sociale urbano "Campagneros"

Dopo la bella esperienza del cinema contadino ecco altre due serate seduti sulle balle di paglia, sotto il cielo stellato a godere di momenti d'arte.
Venerdì 1 luglio 2016 spettacolo teatrale di e con Lidia Pentassuglia "Aracne"
Venerdì 8 luglio 2016 spettacolo teatrale di e con Angela Iurilli
Via L. D'Agostino Bari - Teatro in Orto
ARACNE di Lidia Pentassuglia
Tutto ha inizio con una donna che dopo un’operazione al cervello, si sveglia con la netta sensazione di possedere quattro gambe. Ma questo sarà solo l’inizio di un percorso divertente e doloroso al tempo stesso, che porterà Aracne a scoprire le mai prevedibili carte della sua vita. La storia di Arianna- Aracne, duplice e sfuggente protagonista di questo monologo, chiama a raccolta altro materiale mitologico, convoca i fantasmi di Edipo e di Elettra, sovrappone il Labirinto alla Ragnatela, gioca (senza precludersi passaggi grotteschi e tragicomici) con analogie e rimandi, immagini concatenate, per raccontare, di fatto, un grande amore impossibile. Il colpo di scena finale rimescola le carte e le identità, e non solo quelle dei personaggi.
Nell'orto tutto un altro spettacolo!

Francesca e Carolina
Effetto Terra

venerdì 24 giugno 2016

Vidracco, dal 28 al 31 Luglio 2016 - XX° Raduno nazionale della Rete italiana villaggi ecologici

Carissimi, ecco  l’invito e le indicazioni per il prossimo raduno estivo della Rete Italiana Villaggi Ecologici, che si svolgerà a Vidracco dal 28 al 31 luglio.

Speriamo possiate partecipare numerosi e condividere il nostro invito con le vostre reti, i vostri contatti e/o amici.

Vi invito a seguirci anche sul sito internet e sulla pagina Facebook, dove pubblichiamo gli aggiornamenti relativi all’ evento:

Web: http://ecovillaggi.it/ 

Facebook: https://www.facebook.com/reteitalianavillaggiecologici/?fref=ts

Vi ringrazio per la collaborazione e scrivetemi pure se avete bisogno di altre informazioni.

Buon lavoro,

Paola Crasso - paolacrasso@gmail.com
Per il Direttivo e la Segreteria RIVE


 

Il XX° raduno nazionale della Rete italiana villaggi ecologici – RIVE, dal titolo “Ecovillaggi: cambiare si può!”, si svolgerà in Piemonte, presso il Comune di Vidracco (Torino) in collaborazione con la Federazione di Comunità di Damanhur.
Il raduno è un'occasione per conoscere, confrontare e trovare ispirazione tra coloro che hanno scelto uno stile di vita ecologico e collaborativo. È un momento di sperimentazione collettiva di un modo semplice di stare insieme, scambiare esperienze e giocare, riflettere con serietà sulle scelte e conoscerci in profondità. Inevitabilmente i temi principali toccheranno il “come, quando e perché” applicare l'ecologia alle relazioni e nell'interazione con il mondo. Quali sono le strategie adottate dagli ecovillaggi per avere un comportamento resiliente? Che passi accelerano il processo di sviluppo di una comunità? Come essere sostenibili a livello economico pur rispettando la Terra e noi stessi? Quali sono le contraddizioni o i compromessi che si presentano in questo tipo di scelta? A queste e molte altre domande non saranno date risposte certe o definitive, questo è sicuro. Ma vi sarà lo spazio per accogliere le esperienze di vita, per una consapevolezza comune, per arricchire l'orizzonte personale e collettivo.


PRENOTAZIONI:


La prenotazione è valida solo dopo la compilazione del modulo e l'avvenuto pagamento (i termini per il versamento vi saranno forniti nell'ultima pagina del modulo di iscrizione). Attenzione: fa fede la ricevuta, portala con te!  La quota comprende: pernottamento, servizi essenziali, pasti, tutte le attività Rive. Portare: tenda o camper, stoviglie, quaderno, attrezzatura pioggia/sole, torcia elettrica. Non sono ammessi i cani. Non portare: plastica, saponi non ecologici.


PROGRAMMA:
        
Giovedì 28 luglio
  • 15:30-17:00 arrivo e accoglienza
  • 18:00-19:00 cerchio di apertura
  • 19:00-20:00 formazione dei clan
  • 20.00-21:00 cena
  • 21:30-23:00 attività serali
Venerdì 29 luglio
  • 7:00-7:30 risveglio mattutino
  • 7:30-8:30 colazione
  • 9:00-9:30 cerchio
  • 9:45-11:00 incontro tematico: Resilienza sociale negli ecovillaggi: la convivenza e la visione del mondo
  • 11:00-11:30 pausa
  • 11:45-12:45 workshop
  • 13:00 pranzo
  • 15:30-16:30 spunti di vista: Cibo e comunità: il ruolo delle filiere corte
  • 16:30-17:00 pausa
  • 17:00-18:30 presentazione ecovillaggi e progetti
  • 19:00-20:00 clan
  • 20:15 cena
  • 21:30-23:00 attività serali
Sabato 30 luglio
  • 7:00-7:30 risveglio mattutino
  • 7:30-8:30 colazione
  • 9:00-9:30 cerchio
  • 9:45-11:00 incontro tematico: Sostenibilità economica e diversi livelli di autosufficienza
  • 11:00-11:30 pausa
  • 11:45-12:45 workshop
  • 13:00 pranzo
  • 15:30-17:00 presentazione ecovillaggi e progetti
  • 17:00-17:30 pausa
  • 17:30-18:45 rinnovo presidenza e direttivo
  • 19:00-20:00 clan
  • 20:15 cena
  • 21:30-23:00 attività serali
Domenica 31 luglio
  • 7:00-7:30 risveglio mattutino
  • 7:30-8:30 colazione
  • 9:00-9:30 cerchio
  • 9:45-11:00 spazio aperto
  • 11:00-11:30 pausa
  • 11:30-13:00 saluto dei clan e cerchio di chiusura
  • 13:30 pranzo
  • 15:00 partenze

Per tutta la giornata di domenica sarà presente un mercato di prodotti degli ecovillaggi in collaborazione con produttori biologici e locali, in piazza (davanti a Damanhur Crea) a Vidracco.

Il raduno estivo è il frutto delle idee, del cuore, della mente e delle braccia di moltissime persone -soci e non-, persone che dedicano tempo ed energie ad un progetto nel quale credono; per questo invitiamo chiunque volesse coinvolgersi nel lavoro volontario per il precampo e per il campo, a candidarsi  scrivendo a
volontari@ecovillaggi.it

INFORMAZIONI:
chi avesse bisogno di altre informazioni può scrivere a segreteria@ecovillaggi.it oppure a Stambecco Pesco di Damanhur: stambecco@damanhur.it



giovedì 23 giugno 2016

Contadini e braccianti Uniti insieme per un nuovo modello di produzione dell’agricoltura contadina

Ante Scriptum:  Gli accadimenti di Rosarno hanno accelerato forzatamente una discussione ed una riflessione che ormai da tempo sta investendo il mondo contadino e il mondo agricolo e che vede molti noi attivi partecipanti.La proposta di legge per una agricoltura contadina e il parallelo percorso sul bracciantato stanno evidenziando, pur con caratteristiche diverse, la necessita' di un percorso che ritengo debba essere unificato e fatto vivere come momento unitario pur nel rispetto delle specificità.Come Centro Internazionale Crocevia ci siamo presi l'onere di scrivere un testo per dare un contributo al dibattito e per cercare di fare degli sforzi concreti per la costruzione di un percorso politico/sindacale che speriamo riesca a trovare la più ampia adesione. Il testo è naturalmente aperto ad osservazioni ed integrazioni, ma può essere una buona base per lanciare un appello pubblico. L'idea successiva a questo primo passaggio e' di vedere come riusciamo  a far crescere queste relazioni, noi pensavamo ad una serie di incontri regionali utili per rendere più omogenee le nostre posizioni. Un saldo restante del progettino Iside-Crocevia  può essere utilizzato per coprire piccoli costi di trasferimento per la partecipazione alle riunioni. (Stefano)


Negli ultimi decenni, l’agricoltura ha visto una continua evoluzione dei modelli di produzione, i quali richiedono che il costo del lavoro sia sempre più basso. Specialmente nel sud dell’Europa, il lavoro agricolo salariato è solitamente un lavoro stagionale date le colture presenti, che richiedono periodi di raccolta intensi e periodi in cui non c’è bisogno di lavoratori, creando lavoratori nomadi e migrazioni interne. Oggi, la richiesta di questo tipo di lavoro viene soddisfatta dall’intensificarsi del numero dei braccianti migranti. Infatti, l’area rurale del Mediterraneo è sottoposta ad un processo di trasformazione territoriale, economica e sociale , causata dalla globalizzazione del modello post-fordista. Quindi, esattamente come le aree urbani, anche quelle rurali hanno subito questo processo di industrializzazione che ha portato con se decentralizzazione/concentrazione produttiva in zone territoriali, lo sviluppo del settore dei servizi e l’organizzazione di nuovi sistemi locali. Questa transizione da un modello di produzione locale ad un sistema tecnologico ed industriale è il risultato del processo di neoliberalizzazione, basato sull’idea di una crescita economica globale. Questo tipo di innovazione ha portato a due conseguenze importanti: innanzitutto un esodo dei lavoratori agricoli, sia salariati che indipendenti (contadini), a causa della richiesta di intensificazione della produzione; ma anche l’inizio di una produzione intensificata basata sulla tecnologia maggiore e crescente specializzazione, che ha sostituito la forma di lavoro tradizionale.
L’applicazione delle innovazioni tecnologiche ha avuto un impatto negativo sulla struttura sociale, soprattutto dove la base della società non era in grado di recepirle o rifiutava di farlo. In Italia le conseguenze di questo processo sono evidenti. Negli ultimi venti anni c’è stata una diminuzione drastica del lavoro a tempo pieno in agricoltura, sia a livello di aziende familiari, sia le aziende aventi più unità di lavoro: fino al 2003 si osserva un andamento decrescente del numero degli occupati che cala fino ad attestarsi su circa un milione di persone; tra il 2003 e il 2006, prima una risalita poi una fase di stabilità in termini di occupati; e dal 2007, il trend diventa di nuovo decrescente (ISTAT, 2000/2010/2013)1. Per analizzare al meglio la situazione attuale dell’agricoltura italiana, sono utili i seguenti grafici costruiti su dati ISTAT (2016)2 elaborati da ARI durante l’assemblea del 2016.


Il crollo del numero dei lavoratori è stato causato da due politiche principalmente: la prima riguarda la pressione fiscale sulle attività produttive, come possono essere l’IRAP o l’aumento dell’IVA, tra le altre, che ha determinato un abbandono delle attività agricole dovuto all’aumento del costo di produzione da una parte e dall’altra dalla volontà dei conduttori di spostarsi su attività extra agricole (specialmente quelle relative al turismo). L’altra politica è la PAC (Politica Agricola Comune dell’UE), che ha posto come obbiettivo primario la competitività, la crescita, la produttività e il profitto. Ha quindi basato i sussidi europei – in definitiva – sugli ettari coltivati, facendo fuori di fatto i piccoli agricoltori e le aziende a conduzione famigliare che sono le più numerose. Infatti, in Italia, il 93,7% delle aziende agricole ricevono un sussidio medio di 1000€ all’anno cadauno; e lo 0,29% delle aziende agricole invece ricevono un sussidio medio di un milione di euro all’anno cadauno (fonte: PE-Gruppo VE). Quindi queste politiche evidenziano la volontà delle istituzioni di supportare il modello agro-industriale.
Dopo la crisi economica globale, il lavoro migrante nel settore agricolo è aumentato, dando l’opportunità all’agro-industria di abbassare i costi di produzione attraverso una riduzione del costo dei lavoratori. Nel 2008 il lavoro migrante rappresentava il 19,4% del totale dei lavoratori, ed è arrivato al 37% nel 2013 (INEA, 2014)3. Il lavoro migrante sta crescendo ancora grazie alla crisi che ha colpito altri settori e grazie anche agli investimenti in agricoltura.
Attualmente, la mancanza di norme adeguate, di un controllo specifico di contratti di lavoro, e la presenza quasi nulla degli enti comunali o provinciali, fanno si che i diritti umani dei braccianti migranti non vengano garantiti. Allo stesso modo, viene a mancare anche l’integrazione nelle comunità locali, nonostante la forza lavoro migrante rappresenti una parte strutturale dell’economia agricola del paese e inoltre espleti un ruolo fondamentale per la resilienza delle aziende a conduzione familiare. Rimane quindi urgente un supporto effettivo che possa assicurare condizioni di vita migliori, dato che sono in atto violazioni dei diritti umani proprio in Italia, la quale, come le altre nazioni industrializzate, si erge a paladina della giustizia sociale nel resto del mondo. In realtà però, questo non è solamente un problema istituzionale. Infatti se le politiche agricole europee non cambiano, qualsiasi sforzo da parte delle istituzioni diventerebbe vano. Oggi il modello di produzione dell’agricoltura contadina4 è resiliente e produce tuttora molto di più rispetto al modello industriale. Inoltre è assodato che nelle aziende che applicano il modello dell’agricoltura contadina, il lavoro irregolare è meno diffuso dal momento che la produzione non è “artificializzata”, anzi è un modello che segue il tempo della natura. Il sistema della grande distribuzione invece crea violenza e oppressione, perché prevede lo schiacciamento dei prezzi pagati agli agricoltori e una drastica riduzione del compenso al lavoro in modo da garantire alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) competitività nel mercato interno caratterizzato da una stagnazione del consumo di cibo. Ci sono quindi due aspetti fondamentali e urgenti allo stesso modo: una presenza di politiche e istituzioni che operino per la protezione e l’integrazione dei braccianti migranti nelle reti sociali locali, e un cambio nelle politiche nazionali ed europee che possano appoggiare un modello di produzione che sia indirizzato verso un’agricoltura contadina, la quale ha sicuramente molte risposte alle questioni riguardanti lo sfruttamento dei migranti braccianti. Questo modello dell’agricoltura contadina è un vero e proprio sistema di produzione possibile, sostenibile ed estensibile. Ha la possibilità di crearsi uno spazio nel mercato creando anche un sistema di distribuzione alternativo (come possono essere i GAS – Gruppi di Acquisto Solidale) decentrato, di dimensioni ridotte che va a contrastare l’attuale sistema dilagante di distribuzione GDO. Sarà capace quindi di elevarsi quindi a riferimento non solo per piccole nicchie di persone, ma come un sistema integrato. Questo modello di produzione ha un impatto non solo per quanto riguarda le tecniche di produzione, ma anche a livello sociale, economico e di diritti del lavoro. Per questo nell’ottobre del 2015 ha avuto inizio l’esame in commissione della Camera dei Deputati delle proposte di legge sull’agricoltura contadina avanzate dalla “Campagna per l’Agricoltura Contadina5. Discussione che poi è proseguita a gennaio 2016, considerata la presenza di diverse proposte di legge. Ora la proposta quindi è in fase di accorpamento all’interno della Commissione e si spera che presto potrà arrivare in Parlamento per essere discussa.
L’ultimo aspetto doveroso da sottolineare, data la fase delicata che sta attraversando, è il TTIP, il trattato di libero commercio tra Stati Uniti d’America e Unione Europea. Qualora venisse trovato un accordo tra le due parti, questo trattato avrà conseguenze importanti non solo per l’abbassamento delle tariffe doganali (visto che sono già assolutamente basse, intorno al 1,5% medio), ma soprattutto l’impatto si vedrà sulle barriere non tariffarie. Per quanto riguarda l’agricoltura, questo trattato sarebbe distruttivo per molti ambiti: dall’allevamento delle carni all’agricoltura passando per la pesca. Ma questo report si focalizza sul lavoro bracciantile, e il TTIP non risparmierà neppure questo settore. Sono due i principali punti critici nel caso il trattato andasse a buon fine: le condizioni di lavoro e la sicurezza sul lavoro sono completamente diversi negli USA e quindi difficilmente armonizzabili; secondariamente il diritto di sciopero viene minacciato fortemente (come si è visto per i fatti verificatosi con Ryanair6): per ogni articolo del trattato sarà creata una istituzione ad hoc per risolvere i contenziosi, sarà questo organo a contrattare con i sindacati e ad ascoltare imprese e Società Civile, mettendo in atto così un sistema completamente anti democratico ed esterno alla legalità e legittimità degli stati, creando un sistema di contenzioso che sarà risolto per via contrattuale e non secondo norme giuridiche decise dai paesi.

Stefano Gianandrea  - stefano.gianandrea@gmail.com


1 ISTAT, “Quinto censimento agricoltura 2000”, ISTAT, Roma, 2000. http://www.istat.it/it/censimento-agricoltura/agricoltura-2000.
ISTAT, “Sesto censimento agricoltura 2010”, ISTAT, Roma, 2010. http://www.istat.it/it/censimento-agricoltura/agricoltura-2010.
3 INEA, “Indagine sull’impiego degli immigrati in agricoltura 2012”, INEA, Rome, 2014. http://www.inea.it:8080/documents/10179/206256/Rapporto%20immigrati%20def%202013.pdf.
4 L’agricoltura contadina esiste già perché praticata da un numero imprecisato di persone. Si tratta di un'agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull'economia familiare, orientata all'autoconsumo e alla vendita diretta. E’ un'agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto. Si può definire come un'agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell'economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra (soprattutto in collina, montagna e nelle zone economicamente svantaggiate e marginali), per conservare ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche, i prodotti locali e popolate le campagne e la montagna.
5 Per maggiori informazioni sulla campagna, vedere il sito web: http://www.agricolturacontadina.org/.

6 Nel 2015 Ryanair si è battuta contro gli scioperi dei controllori di volo, reclamando un certo “diritto alla vacanza”. Lanciò quindi una petizione per mantenere aperti i cieli d’Europa, con cui chiedeva la rimozione del diritto di sciopero per i sindacati dei controllori del traffico aereo europeo (diritto che negli USA non esiste per questa categoria) e che venisse riconosciuto agli altri controllori il diritto di gestire i voli sullo spazio aereo francese durante gli sciopei, in modo da minimizzare gli eventuali disservizi per i viaggiatori. 

mercoledì 22 giugno 2016

Perugia-Assisi, 9 ottobre 2016 - Marcia della pace



9 ottobre 2016
Marcia PerugiAssisi
della pace e della fraternità


Domenica 9 ottobre 2016 si svolgerà una grande marcia da Perugia ad Assisi.

Sarà la Marcia della pace e della fraternità.

Perché una Marcia della pace e della fraternità?

Perché non ci rassegniamo alla moltiplicazione delle guerre, dei conflitti, delle violenze e delle violazioni dei diritti umani, all’esodo forzato di milioni di persone che fuggono da guerre micidiali che sono alle nostre porte, al dilagare del terrorismo, alla diffusione del commercio delle armi, alla rinascita del pericolo nucleare, all’aumento della violenza armata legata alla grande criminalità, alle mafie e al traffico di droga, alla crisi ambientale, alla rarefazione progressiva di risorse naturali essenziali, ai cambiamenti climatici che fanno sorgere e crescere nuove pericolosissime tensioni, alle crisi economiche e alla povertà che tutti i giorni uccidono per fame, mancanza d'acqua pulita e di risorse per curarsi, disattenzione sociale, insufficiente cooperazione internazionale...

Perché vogliamo reagire a queste tragedie e fare il possibile per cambiare le cose. 

Perché vogliamo fermare le guerre, le stragi e i violenti.

Perché vogliamo proteggere chiunque e dovunque contro ogni forma di violenza, la nostracasa comune, chi fugge dalla guerra e dalla fame, i più piccoli e vulnerabili, chi è vittima della violenza e delle violazioni dei diritti umani.

Perché vogliamo accrescere la consapevolezza che la pace la dobbiamo fare tutti. Perché ogni cosa che facciamo, in qualsiasi momento della giornata può costruire pace o alimentare tensioni, conflitti, violenze. Perché se non decidiamo di fare pace tra di noi e con la natura che ci nutre, aumenteranno i conflitti e presto ci ritroveremo gli uni contro gli altri nella difesa di un presunto benessere contro chi non ce l’ha ancora fatta.

Perché vogliamo gettare le basi per una società di pace, promuovendo innanzitutto l’impegno per il raggiungimento degli "Obiettivi di Sviluppo Sostenibile" definiti l’anno scorso dall’Onu e dai governi di tutto il mondo per sradicare povertà, fame, disuguaglianze, ingiustizie, pericoli ambientali e promuovere la cooperazione internazionale, ma anche promuovendo una nuova economia, nuovi rapporti internazionali e nuovi stili di vita.

Per contrastare le idee e le politiche che alimentano le paure, accentuano le divisioni, avvelenano i rapporti e allontanano le soluzioni, di chi vuole sfasciare l'Europa anziché riportarla sulla strada giusta e fare in modo che sia davvero un modello di giustizia, solidarietà e pace, di chi sostiene che “dobbiamo impedire a chi cerca rifugio nel nostro continente di arrivare da noi”, di chi afferma che   “la solidarietà è un lusso che non ci possiamo più permettere!” , di chi pensa che “la guerra è inevitabile e non ha alternative”.

Il 9 ottobre marceremo per tutte queste ragioni, per contrastare la rassegnazione e l'indifferenza, per fare in modo che ciascuno si assuma la responsabilità di fare pace, percostruire una politica di pace dai nostri quartieri all’Onu. Rafforzeremo i nostri appelli contro le guerre e le violazioni dei diritti umani e chiederemo a chi governa, dovunque e a qualsiasi livello, di fare degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile una priorità assoluta.

La Marcia servirà inoltre a:

·       convocare gli operatori di pace, invitarli a uscire allo scoperto, radunare le forze sparse,ri-unire le energie positive, le persone in Italia, in Europa e nel mondo ad aver deciso di non rassegnarsi, di assumere le proprie responsabilità, di cercare di capire cosa non va nel nostro modo di vivere e di "fare società", di cambiare qualcosa nella propria vita e di unirsi ad altri per capire come costruire nuovi rapporti economici, sociali, internazionali e con la natura.

·       accendere i riflettori sulle tante cose positive che succedono in Italia, in Europa e nel mondole cose semplici che moltissime persone fanno, l’apporto positivo di ciascuno, i tanti modi in cui si fa “pace”, i tanti piccoli passi verso una società di pace. E così, rendere le nostre azioni individuali e collettive più forti e contagiose.

·       invitare tutti a firmare la Dichiarazione di Pace riconoscendo che tutti abbiamo il potere e dunque il dovere di fare pace. Tutti sono invitati a portare alla Marcia un segno del proprio impegno di pace, a condividere con gli altri le cose che stiamo facendo per affrontare i problemi e le emergenze quotidiane, per cambiare il nostro modo di vivere, di "fare società" e costruire nuovi rapporti sociali, economici, internazionali e con la natura.

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Alla Marcia parteciperanno decine di migliaia di persone, esponenti laici e religiosi della società civile di numerosi paesi, movimenti, sindacati, organizzazioni nongovernative impegnati a favore della pace e dei diritti umani, dello sviluppo umano sostenibile, della giustizia sociale e della democrazia. Insieme a loro ci saranno i sindaci, gli assessori, i consiglieri, i funzionari delle istituzioni locali che tutti i giorni s’impegnano a restituire un po’ di pace a persone e famiglie in difficoltà con programmi, servizi e percorsi di attenzione e cura degli altri, dei più vulnerabili, dell’ambiente e del bene comune.

La Marcia sarà aperta dai giovani, dagli studenti, dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici impegnati a costruire la cultura della pace positiva con percorsi di educazione alla cittadinanza glocale, alla pace e ai diritti umani, alla legalità, al dialogo interculturale e interreligioso e all’ambiente sostenibile.

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La Marcia per la pace Perugia-Assisi è la più grande e longeva manifestazione popolare di pace in Europa. La Marcia si svolge lungo un tratto di strada lungo 24 chilometri con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone.

La sua origine risale a più di 50 anni fa quando il filosofo nonviolento Aldo Capitini organizzò nel 1961 la prima “marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza tra i popoli”. Da allora ne sono state organizzate 20 edizioni (vedi l’elenco sottostante). La storia della Marcia Perugia-Assisi s’intreccia con tutti i principali eventi internazionali degli ultimi cinquant’anni ma, allo stesso tempo, delinea un altro orizzonte.

La Marcia non è l’evento di un giorno ma il fulcro di tanti percorsi di pace centrati sulla partecipazione attiva dei cittadini, dei giovani, della società civile responsabile e delle istituzioni locali. Se nei primi trent’anni la Marcia si era svolta occasionalmente, a partire dal 1995 la Marcia viene organizzata regolarmente ogni due anni con un tema e una strategia, si trasforma in un evento nazionale e internazionale convocato da centinaia di organizzazioni ed enti locali, diventa il culmine di centinaia di iniziative che si svolgono in tutt’Italia, viene preceduta da momenti di studio e di elaborazione, da grandi assemblee internazionali e da programmi educativi che si sviluppano di anno in anno.

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La Marcia per la pace Perugia-Assisi
dal 1961 al 2016

Per la pace e la fratellanza dei popoli
1ª Marcia Perugia-Assisi - 24 settembre 1961

Mille idee contro la guerra
2ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 24 settembre 1978

Contro la guerra: a ognuno di fare qualcosa
3ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 27 settembre 1981

Contro il riarmo, blocchiamo le spese militari
4ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 6 ottobre 1985

Nonviolenza tra gli uomini e con la natura
5ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 2 ottobre 1988 

In cammino per un mondo nuovo: a ognuno di fare qualcosa
6ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 7 ottobre 1990

Liberi dalla mafia, dalla corruzione e dalla violenza
7ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 1 novembre 1992

Guerra nell’ex Yugoslavia: fermiamola!
8ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 26 settembre 1993

Noi popoli delle Nazioni Unite
9ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 24 settembre 1995

Noi popoli delle Nazioni Unite per un’economia di giustizia
10ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 12 ottobre 1997

Contro la doppia guerra del Kosovo: a ognuno di fare qualcosa
11ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 16 maggio 1999

Un altro mondo è possibile: costruiamolo insieme
12ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 26 settembre 1999

Cibo, acqua e lavoro per tutti
13ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 14 ottobre 2001

Per la pace in Medio Oriente. Contro la guerra infinita
14ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 12 maggio 2002

Per un’Europa di pace
15ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 12 ottobre 2003

Mettiamo al bando la miseria e la guerra. Riprendiamoci l´Onu. Io voglio, tu vuoi, noi possiamo!
16ª Marcia Perugia-Assisi per la giustizia e la pace - 11 settembre 2005

Tutti i diritti umani per tutti
17ª Marcia Perugia-Assisi - 7 ottobre 2007

Abbiamo bisogno di un’altra cultura
18ª Marcia per la pace Perugia-Assisi - 16 maggio 2010

Per la pace e la fratellanza dei popoli
19ª Marcia Perugia-Assisi - 25 settembre 2011

In cammino per la pace e la fraternità
20ª Marcia Perugia-Assisi – 19 ottobre 2014

9 ottobre 2016 - Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità



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