Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

martedì 30 giugno 2015

Palio di Siena e le notizie che non vorremmo mai leggere



Periclea, una cavalla di 7 anni, si è infortunata in Piazza del Campo durante una delle batterie della tratta che precede l’assegnazione dei cavalli alle contrade che correranno il 2 Luglio 2015 al Palio di Siena. Caduta dopo avere inciampato negli arti posteriori del cavallo che lo precedeva, è stata trasportata alla clinica veterinaria che le ha diagnosticato una frattura alla zampa anteriore destra, dopodiché è stata soppressa. Per Periclea era la prima esperienza al Palio di Siena ma era una cavalla nota nel mondo dei pali soprattutto in Sardegna; un mese fa aveva corso anche il Palio di Ferrara. E’ l’ennesimo individui a pagare con la vita il tributo a una tradizione che non ha più alcuna ragione di esistere, se non per l’interesse e l’egoismo di una ristretta cerchia di persone che in occasione di queste situazioni tragiche hanno anche il cattivo gusto di manifestare un cordoglio finto e un dolore ipocrita fatto di parole sempre uguali.  C’è anche chi spera che la  notizia passi un po’ sottobanco, trattandosi delle prove e non della corsa ufficiale, sperando che in quella tutto andrà bene e si potrà festeggiare senza tanti crucci.

Credo che questa edizione del Palio di Siena non si debba dimenticare, anzi, credo che questa tragica morte debba restare nella memoria di chi l’ha organizzata e di chi ne è responsabile. Spero che non funzioni affatto quel meccanismo di rimozione che spesso ci fa sopravvivere a dolori e lutti che ci colpiscono. Sarebbe troppo comodo dimenticare queste prove insanguinate e ricominciare tutto da capo proiettandosi con entusiasmo verso il 2 Luglio. Il ricordo di Periclea, come quella degli altri 49 cavalli morti al Palio di Siena dal 1970 a oggi,  dovrebbe perseguitare la memoria di Siena e, dato che il miglior modo di ricordare i morti è occuparsi dei vivi, gli organizzatori dovrebbero occuparsi dei cavalli che sono ancora vivi, risparmiando loro questa eventuale tragedia in futuro.

La conta dei morti al palio è impressionante: il primato è detenuto proprio dai palii più illustri. Dopo quello di Siena, viene Asti (11 cavalli morti dal 2003 a oggi), e poi Ferrara, Buti, Ronciglione, Perugia, Savigno, Belpasso, Piazza Armerina, Acate, Feltre, Fucecchio, Servigliano, Floridia, Sedilo, Pistoia, Bomarzo. Palio che vai, cavalli morti che trovi.

Per conquistare un palio, si mettono i gioco delle vite in una corsa frutto di arretratezza culturale, degrado specista e fanatismo folcloristico. Non siamo molto lontano dagli spettacoli che il  Colosseo ci offriva, secondo la vergognosa formula del “panem et circenes” che portava alla morte esseri senzienti umani e non umani. In Piazza del Campo si muore a io mi vergogno di quella piazza, come di tante piazze italiane in cui si tengono simili corse.

Se da una parte mi addolora vedere incidenti in cui muoiono animali, dall’altra mi turba vedere il pubblico (tra cui bambini e bambine) che assiste festante, avvolto in un’atmosfera che riporta la società indietro di secoli. Che si tratti di cavalli, asini, oche, maiali e qualsiasi animale che corre in un palio, per me non ha mai fatto differenza: quella corsa innaturale e insensata mi ha sempre messo addosso un’inquietudine che non sono mai riuscita del tutto a comprendere e a giustificare. Nel caso dei cavalli, l’aggravante è che si scatena una tale velocità nella corsa da causarne facilmente la morte o il ferimento.

La scorsa Estate sono morti due cavalli alla Giostra dell’Orso di Pistoia e il Sindaco ha dichiarato: “La manifestazione, così com'è, non continuerà. Le numerose nuove normative introdotte non sono state sufficienti a garantire la sicurezza di cavalli e fantini. Occorre una riflessione seria e approfondita dell'intero consiglio comunale e di tutta la città… La decisione nasce da motivi compassionevoli”.

Invito il Sindaco di Siena a seguire questo esempio, a riflettere sull’abolizione della corsa dei cavalli almeno fino alla fine del mandato della sua amministrazione, e farsi pioniere di una battaglia per l’abolizione delle corse di cavalli trasformando le celebrazioni storiche in feste serene e gioiose senza sfruttamento animale.

Rispetto il lavoro, quindi l’interesse economico, che c’è dietro questa manifestazione: in tempi di allarmante disoccupazione, non mi scaglio certamente contro il diritto al lavoro delle persone ma a favore del diritto degli animali a non lavorare e vorrei che ogni lavoro al mondo non calpestasse questo diritto.

Siena ha il diritto e l’onore di mantenere la tradizione del Palio ma lo faccia con giornate di studio, convegni, conferenze, proiezioni di film e documentari, mostre, laboratori didattici, giochi, sfilate in costume. Ci sono tante idee stimolanti per onorare una tradizione, anche quella dei cavalli, protagonisti secolari del Palio, ma molte cose sono cambiate nei secoli e gli organizzatori dovrebbero informarsi che nel frattempo gli animali hanno acquisito diritti un tempo loro negati e dovrebbero anche interrogarsi sul modello etico che stanno proponendo al mondo dell’infanzia: un modello diseducativo perché esalta l’oppressione del più forte a danno del più debole. 
Le istituzioni che si fanno complici di questo messaggio sono un pessimo esempio per la cittadinanza.


Paola Re -  paolare1968@libero.it

Capodimonte - Appello per le oche del lago di Bolsena

Facsimile di una lettera (redatta da Mariangela Corrieri) da inviare agli amministratori di Capodimonte per salvare le oche del lago di Bolsena


Gentili signori dell'Amministrazione di Capodimonte e della Provincia di Viterbo
abbiamo saputo della vostra intenzione di catturare le oche canadesi (Branta canadensis) del lago di Bolsena per imprigionarle a vita.

La libertà degli altri non piace, soprattutto quella degli animali.
Il rispetto per l'ambiente di cui parla l'enciclica "Laudato Sì "non parla neppure ai cattolici che sono tanti..
Il peccato mortale delle istituzioni italiane,  ovvero la completa indifferenza verso la bellezza e la poesia della Natura, si affaccia ogni volta che si dà l'occasione di perpetrare prepotenze e alterazioni dell'ambiente che si vorrebbe arido e senza vita.

Come può sembrare tanto difficile al comune di Capodimonte mantenere un gruppo di oche canadesi in un grande lago come quello di Bolsena quando una città come Londra ospita nei propri parchi di una bellezza sorprendente e tra i più belli d'Europa, frequentati con passione dai londinesi e dai turisti, curati minuziosamente, forniti di piccoli laghi, una popolazione di migliaia di uccelli (e non solo) tra anatre di varie specie, pellicani, folaghe nidificanti, gallinelle, aironi, cigni bianchi e neri e, naturalmente, oche comprese quelle canadesi ? 
Poiché siamo certi che la buona volontà renderebbe possibile rispettare la vita dell'ambiente naturale intorno a noi che altrimenti si ridurrebbe a solo paesaggio, vi invitiamo a soprassedere alla vostra scelta nefasta.  
Grazie.
Nome e Cognome

lunedì 29 giugno 2015

Microcredito - La lezione di Muhammad Yunus



Ma perché non ci raccontano mai che un altro modo di utilizzare il danaro è possibile? Perché non fanno massicce pubblicità del Microcredito? Perché non ricordare Muhammad Yunus e renderlo praticabile?

E così ho pensato che poche righe da dedicare a questo economista e banchiere bengalese non sono sprecate, tanto più che il 28 giugno 2015 ricorreva il suo compleanno: 75 anni.

 Andiamo agli anni '70 con Wikipedia: "... Il suo primo prestito fu di soli 27 dollari USA, che prestò ad un gruppo di donne del villaggio di Jobra (vicino all'Università di Chittagong), che producevano mobili in bambù. Esse erano costrette a vendere i prodotti del loro lavoro a coloro dai quali avevano preso in prestito le materie prime ad un prezzo da essi stabilito. Questo riduceva drasticamente il margine di guadagno di queste donne e le condannava di fatto alla povertà. D'altra parte, le banche tradizionali non erano (e non sono) interessate al finanziamento di progetti tanto piccoli che offrivano basse possibilità di profitto a fronte di rischi elevati. Soprattutto le banche non avevano alcuna intenzione di concedere prestiti a donne, tanto più se non potevano offrire garanzie.Yunus e i suoi collaboratori cominciarono a battere a piedi centinaia di villaggi del poverissimo Bangladesh, concedendo in prestito pochi dollari alle comunità, somme minime che servivano per attuare iniziative imprenditoriali. Tale intervento ha avviato un circolo virtuoso, con ricadute sull'emancipazione femminile, avendo Yunus fatto leva sulle donne affinché fondassero cooperative che coinvolgessero ampi strati della popolazione. Il 'sistema Yunus' ha provocato un cambiamento di mentalità anche all'interno della Banca Mondiale, che ha cominciato ad avviare progetti simili a quelli della Grameen. Il microcredito è diventato così uno degli strumenti di finanziamento utilizzati in tutto il mondo per promuovere lo sviluppo economico e sociale, diffuso in oltre 100 Stati, dagli Stati Uniti all'Uganda. "In Bangladesh, dove non funziona nulla - disse una volta Yunus - il microcredito funziona come un orologio svizzero".

Nel 1976 Yunus fondò la Grameen Bank, prima banca al mondo ad effettuare prestiti ai più poveri tra i poveri basandosi non già sulla solvibilità, bensì sulla fiducia. Da allora la Grameen Bank ha erogato più di 5 miliardi di dollari ad oltre 5 milioni di richiedenti. Per garantirne il rimborso, la banca si serve di gruppi di solidarietà, piccoli gruppi informali destinatari del finanziamento, i cui membri si sostengono vicendevolmente negli sforzi di avanzamento economico individuale ed hanno la responsabilità solidale per il rimborso del prestito. Con il passare del tempo la Grameen Bank ha realizzato soluzioni diversificate per il finanziamento delle piccole imprese. Oltre al microcredito, la banca offre mutui per la casa e per la realizzazione di moderni sistemi di irrigazione e di pesca, nonché servizi di consulenza nella gestione dei capitali di rischio e, alla stregua di ogni altra banca, di gestione dei risparmi. Il successo della Grameen ha ispirato numerosi altri esperimenti del genere nei paesi in via di sviluppo e in numerose economie avanzate. Il modello del microcredito ideato dalla Grameen è stato applicato in oltre 20 Paesi in Via di Sviluppo: molti di questi progetti, come avviene per la Grameen stessa, sono imperniati soprattutto intorno al finanziamento di imprese femminili. Più del 90% dei prestiti della Grameen è infatti destinato alle donne: tale politica è motivata dall'idea che i profitti realizzati dalle donne siano più frequentemente destinati al sostentamento delle famiglie."

Nel 2006 Muhammad Yunus viene insignito del Nobel per la pace, così motivato: "Per l'impegno nel creare sviluppo sociale ed economico partendo dal basso. La pace duratura non può essere realizzata se ampi gruppi di popolazione non trovano il modo per uscire dalla povertà. Il microcredito è uno dei modi. Lo sviluppo dal basso serve anche a promuovere la democrazia e i diritti umani. Il microcredito si è dimostrato una forza liberatrice in società dove le donne in particolare devono lottare contro condizioni economiche e sociali repressive".
Tra alcune sue citazioni mi piace ricordare questa: "Quando oggi qualcuno mi chiede come mi sono venute tutte quelle idee innovative... io rispondo che abbiamo guardato come funzionano le altre banche e abbiamo fatto il contrario."

Non devo aggiungere altro, se non condividere la speranza che questo grande uomo possa entrare da esempio, nella pratica di ogni gesto quotidiano, sempre partendo da noi.
Si anche da noi donne, che sappiamo fare i conti, da sempre.

Doriana Goracci

domenica 28 giugno 2015

Il Comitato No NATO sostiene la Grecia



Il 29 giugno 2015  sono a Napoli per una iniziativa del Comitato no nato e di Alternativa Campana, con la partecipazione (credo) di esponenti 5 stelle: dobbiamo preparare un comunicato stampa per quell'occasione da far approvare ai partecipanti e invitando stampa scritta e parlata a partecipare, chiedendo interviste e segnalando l'infamia del comportamento di organismi privati (controllati dagli Stati Uniti)  che pretendono di imporre l'agenda politica ed economica (peraltro clamorosamente fallimentare in ogni dove sia stata applicata nel modo richiesto) a Stati sovrani e ignorando ogni criterio di lungimiranza che di solito anche le banche stesse applicano quando un creditore ha difficoltà nel pagare le rate  cresciute al di là delle possibilità di pagamento (si fanno le ristrutturazioni dei debiti, sospensione di pagamento degli interessi, allungamento dei tempi di pagamento, riduzione dei tassi di interesse).

Ma qui la volontà è chiara: umiliazione per chi non accetta la servitù, imposizione schematica, ideologica di misure liberiste che assassinano i produttori di ricchezza ,i disoccupati, i giovani, i pensionati e salvano i proprietari dei mezzi di produzione e dei patrimoni; questa è la guerra dei ricchi contro la gente (povera e non); è la guerra di chi sa che le risorse si stanno esaurendo e siamo troppi a doverci dividere ciò che può essere disponibile; è la guerra di chi crede di poter sopravvivere anche ad una guerra e per questo la persegue come unico mezzo per preservare il proprio dominio sul mondo e sugli esseri umani. 


Di fronte ad criminalità legalizzata di questo livello (la mafia sembra diventare una semplice associazione di delinquentelli)  è obbligatoria la mobilitazione individuale e collettiva; è necessaria tutta l'indignazione di cui siamo capaci.

Ogni gruppo territoriale legato ad Alternativa deve fare ciò che può da esporre alla finestra di casa una bandiera greca o un cartello di sostegno; deve costringere la stampa locale a menzionare l'avvenimento ed il commento di sostegno a Tsipras; laddove è possibile, anche se ancora non abbiamo potuto realizzare una iniziativa pubblica del Comitato per l'uscita dell'Italia dalla Nato e della Nato dall'Europa, fare banchi, andare ad iniziative di altri e porre all'attenzione il messaggio di Tsipras che deve essere visto come presagio di ciò che a breve potrà toccare a noi e con un governo molto meno onorevole e a tutela degli interessi dei cittadini italiani.


Poggibonsi, Radda in Chianti, Casole d'Elsa, Lari, Perignano,  Sesto Fiorentino, Prato, Firenze, Rosignano, Brescia, Milano Parma, Cremona dove non abbiamo ancora una presenza consolidata come Comitato #no guerra  #no Nato si facciano sentire lo stesso e nei modi che riterranno opportuni oltre che possibili.


Giuseppe Padovano
del Coordinamento Nazionale No Nato

sabato 27 giugno 2015

Ecovillaggio Tempo di Vivere cerca partecipanti per costruzione di una cupola geodetica


Visualizzazione di volantino cupola.jpg

Salve a tutti, come state?  Noi presissimi dall'organizzazione delle prossime iniziative in ecovillaggio.
Avremmo bisogno di una grande mano per divulgare il  Workshop di autocostruzione della cupola geodetica in bambù che l'Architetto Biagio Di Carlo terrà qui in ecovillaggio dal 3 al 5 Luglio 2015.
Dobbiamo arrivare almeno a 10 partecipanti e siamo solo a 7.... aaaaargh!


La cupola "Tempo di Vivere" sarà la struttura in bambù più grande costruita in Italia utilizzante il giunto reciproco di Leonardo Da Vinci e, nel mondo, è vicina soltanto alla cupola in bambù realizzata a Oaxaca in Messico sempre sotto il coordinamento dell’arch. Biagio Di Carlo, avrà un diametro di 10 m e altezza centrale di 2.9 m.
La struttura, completamente smontabile e autoportante, poggia a terra senza particolari ancoraggi e sarà coperta con un telo appeso dall’interno per creare un riparo (stiamo pensando ai teli dei camion o alle vele delle barche a vela).Proprio la mancanza di fondamenta ne permette la costruzione senza richiesta di permessi e noiose pratiche burocratiche

Questo workshop vuole sottolineare l'importanza che il progetto Tempo di Vivere pone nei confronti delle tematiche di ecosostenibilità, utilizzo di materiali primari e di quel processo costruttivo che fa della partecipazione attiva e del concetto dello scambio solidale il suo punto di forza.

"La cupola geodetica è acclamata come una delle più grandi soluzioni architettoniche. La differenza tra una cupola geodetica e una cupola tradizionale è che la cupola geodetica è formata da una combinazione di elementi triangolari autocostruiti e disposti in modo da permetterle di sorreggersi da sola senza bisogno di muri interni o pilastri di sostegno.

La cupola geodetica riesce ad unire il vantaggio delle strutture reticolari, cioè la rigidezza delle maglie triangolari, con l’efficienza della forma sferica.
Infatti, per definizione, la cupola geodetica è una particolare struttura composta da una rete di travi che si intersecano in triangoli che giacciono approssimativamente su porzioni della calotta sferica. La forma porta anche ad una maggior semplicità nella costruzione ed una fisiologica predisposizione ad un importante risparmio energetico."

Tempo di Vivere 
Loc. La Bombanella
Via Denzano 1690
Marano sul Panaro (MO)

Per maggiori info Katia 329 0218941

cupola geodetica bambù - 3

venerdì 26 giugno 2015

Pratola Peligna, 27 e 28 giugno 2015 - LA PROSPETTIVA DELL'AGRICOLTURA SOCIALE



Visualizzazione di LOCANDINA CONVEGNO + WORKSHOP.jpg


"IL CAPITALE UMANO PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO. LA PROSPETTIVA DELL'AGRICOLTURA SOCIALE"

27 - 28 GIUGNO 2015 - C/O AZ. AGRICOLA "LE FAVOLE DI GAIA", VIA S. BRIGIDA S.N.C - PRATOLA PELIGNA (AQ)


La Valle Peligna stenta a trovare una nuova identità culturale ed
economica. Chi in questo territorio vuole rimanere, deve ripartire dal
CAPITALE UMANO. Territorio a vocazione agricola strettamente collegata
alla salvaguardia del patrimonio naturalistico e alla valorizzazione dei
prodotti tipici e dei beni artistici che vanno "animati". Urge avviare
un percorso culturale per superare ataviche divisioni e collaborare per
il benessere della COMUNITA'.

 SABATO 27 GIUGNO, 9.00 - 13.30

CONVEGNO SUL TEMA: TERZO SETTORE E LA FATTORIA SOCIALE COME MODELLO DI
IMPRESA

 PER LO SVILUPPO LOCALE

 Saluti e Introduzione;

 MARCO MUSELLA, Professore Ordinario di Economia Politica e Direttore
del Dipartimento di Scienze Politiche Univ. Federico II di Napoli: "Il
Terzo Settore per una Economia Sostenibile";

 SALVATORE ESPOSITO, Presidente Consorzio Mediterraneo Sociale:
"Comunità Locali Sostenibili";

 KATYA MASTANTUONO, Comitato Etico Banca Etica: "La Finanza Etica per le
Economie Locali";

 ALFONSO PASCALE, Rete Naz. Fattorie Sociali: "Agricoltura, Comunità e
Terre Collettive";

 MARCO BERARDO DI STEFANO, Presidente Rete Naz. Fattorie Sociali:

"Legge Nazionale sull'Agricoltura Sociale. Stato dell'Arte, Evoluzione e
Prospettive";

ENZO GASBARRO, Ambiente e/è Vita: "L'Agricoltura Sociale nelle Aree
Protette";

FABIO DI PIETRO, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi
dell'Economia Agraria (CREA): "L'Agricoltura Sociale nel PSR della
Regione Abruzzo, tra Innovazione e Multifunzionalità";

ESPERIENZE DI COOPERAZIONE E AGRICOLTURA SOCIALE: _Coop. Lentamente_
(Bn); _Consorzio Aglio Rosso _(Sulmona); _Caciaroni _(Nettuno).

 - CHIUSURA CONVEGNO. Nel pomeriggio inizio Tavoli Tematici -

PRANZO A BOUFFET: con Prodotti locali a Km zero

(contributo di euro 10.00 per chi si ferma a pranzo, PREVIA PRENOTAZIONE
ENTRO 24/06: 3474941126)

SABATO 27 GIUGNO, 15.30 - 19.00
 TAVOLI TEMATICI_ FACILITATI*_: SOSTENERE LE AREE DI MULTIFUNZIONALITà
DELLE AZIENDE AGRICOLE ATTRAVERSO L'AGRICOLTURA SOCIALE

1) Progetti in Campo SOCIO-SANITARIO c/o le Az. Agricole;

2) Progetti di PEDAGOGIA ATTIVA (Agriasili, altro) c/o le Az. Agricole;

3) Progetti di TURISMO ETICO/Attività Ludico-ricreative c/o le Az.
Agricole;

4) CERTIFICAZIONE ETICA dei Prodotti da Ag. Sociale: Vantaggi e
Possibilità.

"Preparazione dei Gruppi; Introduzione alla Modalità di Lavoro; Inizio
Lavori dei Tavoli Tematici" _(con gruppi precedentemente selezionati in
base alla possibilità di ricreare partenariati strategici coerenti con
i bisogni del contesto territoriale appena analizzato)._

- POSSIBILITà DI ULTERIORI ADESIONI PER LA PARTECIPAZIONE AI TAVOLI,
contattando: 3334722342 -

FACILITANO: Andrea Zampetti, Alfonso Pascale e Marco Berardo Di Stefano
(Rete Naz. Fattorie Sociali).

APERITIVO CONVIVIALE: pane e formaggio preparati in loco dai bambini e
dai "Caciaroni" (Coop. Sociale).

 _*i tavoli saranno composti da soggetti attivi a livello locale in vari
settori di impresa, pubblica o privata (agricolo, sanitario, formativo,
turistico, altro), da rappresentanti delle istituzioni e consulenti per
l'accesso ai fondi pubblici e privati. SOGGETTI PRECEDENTEMENTE
SELEZIONATI IN BASE ALLE SINGOLE COMPETENZE E ALLA POSSIBILITà DI
RICREARE INTORNO ALLO STESSO TAVOLO DI LAVORO PARTENARIATI STRATEGICI
D'IMPRESA SOCIALE._

DOMENICA 28 GIUGNO, 9.30 - 13.30

PROSECUZIONE LAVORI DEI TAVOLI TEMATICI

_(CON I GRUPPI DEL GIORNO PRECEDENTE)_

 12.00 - 13.30: PRESENTAZIONE DEI LAVORI APERTA AL PUBBLICO.

ASSOCIAZIONE MOVIMENTO ZOE' - CENTRO INFO. PARCO NAZ. DELLA MAJELLA:
Uff.: 0864251863
Cell.: 3334722342
info@movimentozoe.com [1]
www.movimentozoe.com [2]
https://www.facebook.com/laboratoriopermanentecosostenibilita [3]

L'Associazione "MOVIMENTO ZOE'" da anni si occupa di Pedagogia Attiva,
Salvaguardia Ambientale, Turismo Sostenibile, Agricoltura Sociale e
Promozione di Eventi Culturali ed Artistici attraverso linguaggi
creativi e modalità partecipate e innovative.

Il tutto nell'ottica di un Approccio Ecologico Integrato, dove ogni
azione è vista in relazione alle altre e operata con coscienza e
coerenza.



giovedì 25 giugno 2015

Le spese militari affamano il popolo



Cari compagni, dopo un inverno e  una primavera di riunioni ed iniziative pubbliche territoriali, sui temi delle nuove guerre, della costruzione di un movimento pacifista e contro la guerra, dell'analisi dei fattori che portano milioni di migranti a reagire fuggendo da uno stato all'altro, per arrivare in Europa, giungono nuovi dati che lasciano oltre che perplessi, disgustati.

Siamo uno Stato in guerra che dedica in percentuale il 90% degli stanziamenti del min.difesa agli armamenti, alle missioni, alla NATO, in un'alleanza ormai snaturata.

Potremmo pensare ad un sit-in di qualche rilevanza, (almeno da tutta la regione Lazio), aperto a tutti/e coloro che vogliono cambiare e, a partire da questi dati, dal vostro appello e da tutto ciò che da tempo dibattiamo e conosciamo, vogliano scendere in piazza e dire al nostro governo che si deve invertire la marcia e che da ottobre nella prossima finanziaria questo si deve vedere materialmente negli atti parlamentari?

Spero che sia accolta questa proposta. Sono ovviamente pronto a dare una mano nell'organizzazione e a diffondere in rete un eventuale appuntamento.

Un abbraccio forte.
Buon lavoro.

JURI CARLUCCI 

Tavolo provinciale NO WAR -  FROSINONE
PCdI -Frosinone

segue link

mercoledì 24 giugno 2015

Abuso di farmaci e morte lenta

"Negli USA l’industria farmaceutica dispone di un esercito di circa 90 mila agenti commerciali ed investe circa 13 mila dollari annui su ogni medico per persuaderlo a prescrivere i loro prodotti, ma la cosa più grave è che si inventano malattie inesistenti, soprattutto psichiatriche, diagnosticate già in tenera età per poter somministrare psicofarmaci per tutta la vita, poi si sorprendono di quello che accade tra stupratori seriali, serial killer, stragisti, gang, ecc." (Claudio Martinotti Doria)

Stragi e psicofarmaci, ecatombe farmaceutica e la libertà di cura negata

Succedono cose turche, che a non volerle vedere ci si deve mettere davvero d'impegno.
Questa storia del "Business farmaceutico della Malattia" è come quella del debito: non siamo voluti "andare" a risolvere la crisi del debito nel terzo mondo e il debito è arrivato da noi...
Abbiamo recentemente denunciato lo stato in cui si trova oggi la ricerca scientifica e l'incontrastato potere dell'industria farmaceutica che tiene in ostaggio la salute dei cittadini, la scienza e tutti gli Stati, una volta sovrani, tramite il debito. (1)
In America, il modello di democrazia da tutti agognato si vanta per la sua modernità ed efficienza e il suo vanto è riversato sopratutto nel suo modello sanitario, sempre di più in mano ai privati.
Qualche giorno fa abbiamo assistito increduli all'ennesima strage avvenuta in territorio Americano: un ragazzo di 21 anni entra in una chiesa e uccide nove persone (2).
Anche Mr Obama ha dovuto ammettere che queste cose avvengono solo in territorio americano, ma il motivo non è esattamente quello da lui raccontato. La maggior parte delle persone sarà portata a pensare che queste stragi avvengono per la diffusione delle armi in America, così come "denunciato" dello stesso presidente e dagli organi di stampa. Ma c'e' un particolare a cui la stampa non vuole portare attenzione, eppure è noto a molti. La maggior parte di queste stragi vengono fatte da persone in cura psichiatrica e sotto somministrazione di psicofarmaci. Ripetiamo: la maggior parte!

MA PER LA STAMPA (main stream)  QUESTO E' UN PARTICOLARE IRRILEVANTE!
Sono molti gli articoli pubblicati sulle riviste di settore che denunciano l'abuso degli psicofarmaci in America eppure quando avvengono queste tragedie nessuno sembra voler puntare l'attenzione su ciò che potrebbe essere la reale causa scatenante. Ricordiamo uno studio su tutti, molto recente, dal titolo:
"Does long term use of psychiatric drugs cause more harm than good?", (3) dove si denuncia che questi farmaci uccidono più di 500mila persone ogni anno (4), studio pubblicato sull'BMJ.
Anche in Canada le associazioni professionali che si occupano di psichiatria sono arrivate a denunciare l'abuso che si fa di questi farmaci (5)

Tutto questo ha dell'incredibile ma non è finita qui.
Sono di questi giorni gli articoli che denunciano l'abuso di farmaci negli States e il quadro che ne viene fuori è assolutamente catastrofico. La lettura degli articoli pubblicati da Yahoo, il DailyMail e il Washington Post è altramente consigliata (6,7,8).
Le conclusioni portano a sostenere che un americano muore ogni 19 minuti a causa dell'abuso di farmaci.


infographic_19_minutes_stat.jpg


Signori bisogna prendere atto che siamo difronte ad una STRAGE SENZA EGUALI della quale nessuno vuole prendersi la responsabilità di parlare.
Nessuno vuole parlare di questi fatti incredibili però la magistratura si prende la briga di arrestare chi esce dai canoni della logica farmaceutica criminale.

Ieri, 22/06/2015 è stato arrestato Marino Andolina. Non conosciamo i dettagli della questione ma sembra ci sia di mezzo il metodo stamina e la somministrazione di farmaci non autorizzati. Per ulteriori informazioni sul caso stamina rimandiamo al sito L'Osservatore d'Italia, l'unico giornale italiano che con le sue inchiesta sta portando alla luce scomode verità. (9)

In attesa di ulteriori informazioni sull'accaduto, rimaniamo dell'idea che c'e' troppa celerità nel "far sparire le alternative" e un totale immobilismo verso questioni che hanno dei numeri da "crimini contro l'umanità". Questa disparità di giudizio, oltre che sospetta, è priva di ogni buonsenso.

Ivan Ingrillì   
Associazione La Leva di Archimede




(2) Un cugino del killer di Charleston: “È cambiato dopo che un nero gli ha rubato la ragazza”http://www.lastampa.it/2015/06/19/esteri/roof-preparava-la-strage-di-charleston-da-mesi-gLgW6ZKmQY8egv0rNXq59I/pagina.html

(3) Does long term use of psychiatric drugs cause more harm than good?
http://www.bmj.com/content/350/bmj.h2435

(4) ​Psychiatric drugs kill 500k+ Western adults annually, few positive benefits – leading scientisthttp://rt.com/uk/258133-antidepressants-unnecessary-for-many/
(5) Canada: le principali associazioni professionali contrarie al dilagante eccesso di psicofarmacihttp://www.laleva.org/it/2015/06/canada_le_principali_associazioni_professionali_contrarie_al_dilagante_eccesso_di_psicofarmaci.html

(6) Deaths From Drug Overdoses Rise Across America
https://www.yahoo.com/health/deaths-from-drug-overdoses-rise-across-america-121757195727.html

(7) America’s drug overdose problem—and what states can do to help fight it—in 4 charts and maps
http://www.washingtonpost.com/blogs/govbeat/wp/2015/06/17/americas-drug-overdose-problem-and-what-states-can-do-to-help-fight-it-in-4-charts-and-maps/

(8) The rising tide of overdose deaths across America: West Virginia tops study of states with the most fatalities

martedì 23 giugno 2015

Cronistoria del termalismo viterbese di Giovanni Faperdue


Visualizzazione di CARTELLO PER DEPLIANT FESTA.JPG

Il moderno termalismo viterbese prende l’avvio con l’affidamento dello Stabilimento Comunale delle Terme, alla Società Gestione Terme, e la contemporanea chiusura delle Terme dei Lavoratori Inps.
            La Società Gestione Terme (SGT ), per nostra disgrazia, fu l’unica a rispondere al bando di concorso, preparato dalla Giunta del sindaco Rosato Rosati,
            L’affidamento dello stabilimento comunale alla Società Gestione Terme, prevedeva un accordo di sinallagma con prestazioni corrispettive (art. 1453 c.c.).
            In parole povere la Società Gestione Terme si impegnava a eseguire tutti i lavori di ammodernamento dello stabilimento comunale, come da capitolato di appalto, e il Comune in cambio offriva 14 litri al secondo di preziosa acqua del Bullicame. Tale quantitativo era ottenuta da  4,5 litri al secondo dal “pozzetto” e 10 litri al secondo dalla sorgente del Bullicame. Quindi era un tipico contratto di scambio di prestazioni, nel quale non era contemplato alcun compenso.  
            La quantità di 14 litri al secondo era stata stabilita, come il quantitativo necessario per fare funzionare tutto lo stabilimento, già prima della firma del contratto,  da uno studio commissionato dalla Società Gestione Terme, e approvato anche dal Comune.
Nell’addendum al contratto a proposito della fornitura di acqua termale si legge:
[…] il Comune di Viterbo conserva la titolarità di ogni diritto inerente la propria condizione di concessionario delle sorgenti di acqua minerale nella zona denominata Bullicame, garantendo alla S.G.T. l’assoluta priorità nell’approvvigionamento dei quantitativi di acqua termo-minerale del Bullicame, necessari al corretto funzionamento dello stabilimento termale secondo le previsioni del progetto approvato e delle sue eventuali varianti, per tutta la durata della concessione (e sugli eventuali rinnovi) in armonia e compatibilmente con le prescrizioni del contratto medesimo.[…]
In parole povere, questo brano appena trascritto, sta a significare che il Comune deve garantire comunque la priorità dell’alimentazione di 14 lt/s alla S.G.T.. Quindi se per ipotesi assurda il Bullicame avesse una disponibilità di soli 14 lt/s, questi dovrebbero essere destinati tutti alla S.G.T.
Non può significare invece, come è accaduto per tanti anni, che la S.G.T. prelevi acqua ben oltre il quantitativo approvato di 14 lt/s.
 Sempre nell’addendum c’è poi un brano che riguarda le pozze libere intorno alle sorgenti.
            […] e fatta salva la possibilità di utilizzazione spontanea a fini terapeutici individuali delle risorse termali nelle vasche naturali di contenimento esistenti in prossimità delle sorgenti, praticata per uso consuetudinario della cittadinanza…[…]   
            Quindi siccome le pozze sono rimaste per tanto tempo all’asciutto, si configura una grossa inadempienza contrattuale del Comune di Viterbo, verso i propri cittadini e verso tutti gli altri utilizzatori.
            Nel periodo che va dal 13 al 26 gennaio dell’anno 1993, subito dopo la chiusura dello Stabilimento Terme dei Lavoratori Inps, la Società Gestione Terme provvedeva a riperforare in profondità il “pozzetto”, andando ad intercettare le riserve profonde del bacino del Bullicame. Per inciso l’operazione fu effettuata senza alcuna autorizzazione da parte della Regione Lazio. Di quell’episodio scuro, perché effettuato nottetempo, rimane solo una comunicazione del geometra dell’Inps indirizzata al Comune di Viterbo, in cui si portava a conoscenza che i pozzi Gigliola e Uliveto si erano essiccati, forse per i lavori effettuati al confine della proprietà Inps (lo stabilimento comunale, oggi Terme dei Papi, sorge proprio al confine delle Terme Inps) . 

            Dopo questa riperforazione i pozzi Gigliola e Uliveto che si trovano all’interno del perimetro Inps, si sono asciugati completamente, mentre il “pozzetto” aumentava la sua portata spontanea da 4,5 lt/s a circa 25 lt/s. Il primo danno evidente da interferenza si ebbe sulla “callara” che di colpo perse una grande quantità di acqua, tanto da apparire quasi vuota e al limite del collasso. Il 23 agosto del 1993 una rilevazione del geologo Giuseppe Pagano afferma che il livello del cratere del Bullicame è di 45,5 cm. sotto il livello campagna, comunemente detto anche livello di sfioro. 

Giovanni Faperdue (segue)

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lunedì 22 giugno 2015

Molta voglia di stare insieme.. - Resoconto dell'Incontro Collettivo Ecologista del 20 e 21 giugno 2015 a Montecorone di Zocca




Molta voglia di stare insieme, di ritrovare quello che c'è di comune tra di noi e che se ci pensiamo bene, è comune a tutti gli esseri viventi: l'amore per la Vita. Questo per me, è stato il leit-motiv dell'Incontro Collettivo Ecologista di quest'anno, a Montecorone di Zocca, a Ca' Lamari per la precisione, casa di Pietro R. e di Monica C..

Pietro è stato un perfetto "padrone di casa" , anche se so che questa definizione non gli piacerà ed, in effetti, lui ha messo a disposizione i suoi spazi nella massima libertà, a partire dal terreno, alla casa, alle piante ed erbe, al forno davanti al quale abbiamo finito in bellezza con una pizzata in cui quasi tutti coloro che erano rimasti, abbiamo messo le mani, chi ad impastare, chi a stendere, chi ad affettare zucchine e cipolle appena raccolte, chi a versare l'olio, chi ad infornare e sfornare e chi semplicemente ad accompagnare il tutto con la sua presenza o con chiacchiere e canti e musica. Tutti a gustare l'ottimo risultato.



Mi viene da pensare a quel che Paolo aveva detto in macchina a Nelly (mentre salivamo verso Guiglia, Rocca Malatina e Montecorone)  a proposito dei nostri resoconti e cioè che io butto giù qualcosa poi lui integra perché ad ognuno di noi saranno rimaste impresse cose, momenti, sensazioni, suoni, sapori, saperi diversi. Ed io ora mi ritrovo a cominciare a scrivere dalla fine, dal momento più intimo (per me): tutti attorno al forno e ad un tavolo a prepararci e a gustarci della buona pizza.

Ma  a proposito di cibo non posso non sottolineare la bravura di Monica C. che in questi due giorni ci ha preparato delle vere e proprie prelibatezze. Utilizzando ingredienti semplici e freschi ha deliziato i nostri palati e riempito i nostri stomaci con generosità: dal pane integrale ai formaggini freschi fatti da lei, al tzaziki con lo yogurth autoprodotto, ai cipollotti con la curcuma, risotti, zuppe di lenticchie e di piselli e tanto altro, dolce compreso...



Ma non voglio sembrare troppo materiale...  il contatto stretto con la Natura e con i 5 elementi è stato sempre presente e arrivava nel profondo; le sensazioni provate passavano, almeno per me, dalla meraviglia, allo stupore per l'abbondanza dei colori e dei profumi dei fiori e delle piante del luogo, alla sensazione di caldo durante il giorno e al freddo della sera, alla energia sprigionata dal fuoco alla quale andavamo ad attingere a piene mani, guidati da Pietro di Tolé, al fastidio per il fumo in gola che mi sono presa per voler stare vicino all'amato, al silenzio che regnava sotto le poche voci che cantavano il canto della sera, lo Shiva Manasa Puja e alcuni mantra, tra cui spiccava la voce profonda e calda di Paolo e la mia stentata e stridula (a causa del fumo in gola)... 



Nei tre giri di condivisione (tenuti la sera del 20  e durante il 21 giugno) tutti abbiamo detto qualcosa, chi solo poche parole, chi fiumi di parole per trasmettere agli altri conoscenze, informazioni  -anche crude-  e che, come nel caso dell'esperienze in carcere di Karl  non avremmo mai voluto sentire. 



Prevaleva comunque la voglia di fare qualcosa assieme, condividere un sogno, un progetto, un'esperienza già in piedi o in divenire, ascoltando  Pietro, Maurizia, Massimo, Monica F., Katia ed Ermanno, Mario e Cristina, Sergio e Silvana, Giorgio,  Vittorio, Giuseppe, Vincenzo, Elena, Manuela, Nelly  ecc. ecc. (mi scusino coloro che non sono stati nominati ma non posso fare una lista di 40 persone). 

Ed io? Cosa ho trasmesso, se ho trasmesso qualcosa? Non lo so, so solo che dopo una prima giornata in cui sentivo quasi un po' di disagio, alla domenica mi sono sciolta, sarà stato il racconto poco comprensibile ma che sorgeva dal cuore di Karl, sarà stato il sole, sarà stato l'esercizio fisico, la camminata nella natura,   il mio cuore si è aperto. 



Osservavo le persone attorno a me: sembravamo tutti bambini. Sembravamo tutti aver ritrovato la spontaneità e la gioia di vivere. Certo, molti di noi non l'avevano mai persa, ma a volte è necessario, per togliersi i tormenti dell'esistenza quotidiana (per cui siamo o almeno appariamo un po' "bui"), poter vivere dei momenti così luminosi...

Caterina Regazzi



Vice-presidente del Circolo vegetariano VV.TT. e Referente del rapporto Uomo/Natura/Animali della Rete Bioregionale Italiana.

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Materiale aggiunto - Pensieri di ecopsicologia. Questo che segue è uno scritto prodotto da una dei partecipanti  all'esperienza di eco-psicologia condotta da Monica Ferrari  durante l'Incontro Collettivo Ecologista 2015

Prima parte:  "La passiflora è bella perché è particolare. Il fico è bello perché è esuberante. Il luogo è bello perché è selvaggio. La lavanda è bella perché è profumata. La calendula è bella perché è gioiosa. Il legno è bello perché è naturale. Nelly è bella perché è delicata. I sassi sono belli perché sono uguali. Il muro è bello perché è grezzo. Il cielo è bello perché è trasparente. Le nuvole sono belle perché sono vaporose. Giulietta è bella perché è piena di colori. Lo scacciafantasmi è bello perché autoprodotto. Il papavero è bello perché ha un bel frutto."



Seconda parte: "Io sono bella perché sono particolare. Io sono bella perché sono esuberante. Io sono bella perché sono selvaggia. Io sono bella perché sono profumata. Io sono bella perché sono gioiosa. Io sono bella perché sono naturale. Io sono bella perché sono delicata. Io sono bella perché sono uguale. Io sono bella perché sono grezza. Io sono bella perché sono trasparente. Io sono bella perché sono vaporosa. Io sono bella perché sono piena di colori. Io sono bella perché sono autoprodotta. Io sono bella perché ho un bel frutto."  



Nota esplicativa:  Dal 2011 l'Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana ha preso il nome di "Incontro Collettivo Ecologista", considerando che vi partecipano  esponenti di varie realtà ecologiste e spirituali: ecovillaggi, agricoltori contadini, spiritualisti laici, economisti alternativi, associazioni in difesa  dei consumatori, vegetariani,  etc...  (P.D'A.)