Presentazione



In movimento per ecologie, vivere insieme, economia sostenibile, bioregionalismo, esperienza del se' (personal development).

venerdì 4 dicembre 2015

Arcipelago Sagarote: "Tu vuoi fare il frikkettone..."




all ecovillaggio arcipelago sagarote, su un foglio ho trovato un
manoscritto di una canzone dove sono riportati in modo puntuale tutti
i luoghi comuni del pensiero ecovillaggista, poco voglio parlar di
questo ne potrei scrivere un libro su pregi e difetti ad altro voglio
rivolgere il mio pensier. una mia ricerca

di notizie mi ha portato a scoprire secondo le fonti interpellate che
probabilmente e’ stato composto qualche anno fa durante un incontro
del rive:


tu vuoi fa il frikkettone

porti i calzoni zozzi e colorati

la barba lunga e i guarracho sfonnati

cammini pei sentieri col jambe

tu vuoi fare il nativo ma non fa per te

tu vuoi fare il frikkettone naturista un po nudista

ma sei nato in una citta

tu vuoi vivere in campagna agricoltura naturale

ma al mercato vai a scrocca

te magni le chapati un pocrudi un po bruciati

ma i soldi per il pueblo chi te li da?

devi andare a scolletta’

tu vuoi fare il frikkettone frikkettone frikkettone

ma sei nato in una citta

senti a me nun ce sta niente ‘afa’

devi andare a lavora devi andare a lavora’

caghi a secco nel compost toiletta

se non la copri bene fa la puzzettta

manco la salvietta puoi usa’

quasi al cesso torno a caga’

tu vuoi fare il frikkettone spirituale un po sciamano

tanto poi te fai paga’

tu vuoi fare il frikkettone col san pedro e l ayahuasca

poi te senti disturba

fai yoga la mattina risvegli la kundalina

capanna sudatoria che ce vuoi fa’

te devi prima da lava’

tu vuoi fare il frikkettone con il cylum e il mantrone

solo quello sai sona

shiva shambon shakti kundalin

non sai manco che vol di

krishna shiva parvati

stai molto attento all alimentazione

la dieta senza muco fa figone

segui manuali da copione

ma chai sempre in testa il maccherone

tu vuoi fare il vegano un po crudista un po fruttariano

ma la pizza vai a magna’

le verdure tu le cogli con i semi fai i germogli

ma stai sempre a cucina’

digiuni la mattina sogni il raimbowmedicina

ma al fuoco sai che ce’?

sei sempre il primo a fa il caffe’

tu vuoi fare il macrobiotico un po a digiuno breathariano

non sai manco respira

senti a me nun ce sta niente ‘afa’

qualche cosa hai da magna’ altrimenti puoi crepa’

vai al raimbow tutto fomentato

del sesso libero t hanno accennato

ma quando fai l amore a’ festa a’ luna

come te viene en capo de di’ “we are one”?

tu vuoi fa il frikkettone alternativo rainbowmbito

ma tieni in tasca il bancomat

babilonia la disprezzi del sistema non sai i prezzi

ma compri tutto su internet

dici ”non ce la faccio più” ma chatti su Facebook

no-tav al primo post

si proprio na faccia tost voli solo con low cost

tu vuoi fare il frikkettone vuoi svernare alla canaria

pe’ cogliere frutta tropical

senti a me nun ce sta niente ‘afa’

poi a casa vuoi torna’

per la sagna de mamma’

(avocado band)


riassume anche i luoghi comuni del pensiero bio-niere neo-urale e
bio-regionale con un piccolo aggiornamento potremmo aggiungere:

deep democracy, om healing, food forest o forest garden, orto
sinergico, permacultura, dragon dreaming, bokashi, e tanti altri
termini che adesso non mi vengono in mente. un altro appunto che
vorrei fare e sui corsi e laboratori che abbiamo svolto dovunque tutti
uguali sparsi un po in tutta italia negli ultimi tempi, abbiamo
imparato a fare i cesti, a fare il pane con il lievito madre di cento
anni, a fare i sandali, la birra, a raccogliere le erbe spontanee,
filare con il telaio, costruire con le canne e il salice, fare i forni
in terra cruda e adesso che facciamo ci guardiamo in faccia?


a tal proposito sto organizzando un magnifico corso di yoga mind dove
non si fara assolutamente nulla.

si stara tutto il tempo allungati con la schiena a terra guardando il
cielo sotto un albero con la luce che filtra dalle foglie, con le mani
intrecciate roteando i d toni uno attorno all altro, a giocare con i
fili d erba, guardare gli insetti che lavorano, sentire i suoni della
natura come il vento le nuvole il ronzio degli insetti il cinguettio
degli uccelli le rane gracidare i grilli a cantare sulle nostre teste
fresche e ignude e come dice una filastrocca tradizionale abruzzese:


coccia pilat chi trenda capill

tutt la nott ci cand li grill

e li grill cha candat

bona nott coccia pilat



Ferdinando Renzetti, poeta

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