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lunedì 27 ottobre 2014

Un ultimo caffè amaro... prima di lasciare l'Italia, nella speranza di avere un futuro per i propri figli



Caro Paolo, L’ULTIMO CAFFE’ così l’ho titolato, servito in quella bianca tazzina, terribilmente amaro benché l’avessi riempito di zucchero, uno, due, sino a cinque cucchiaini, e mentre l’ho bevevo, e mescolavo e bevevo a sorsi piccolissimi per non finirlo, possibilmente farlo durare il più a lungo possibile, ma il tempo a volte ci è nemico marcando inesorabilmente le ore, in alcuni casi come se fossero minuti o secondi, lasciando in noi tanta tristezza.

Le cause, un paese ormai sull’orlo del baratro, provocato da comportamenti ingiusti di uomini che hanno raggiunto il potere e guidano la comunità macinando senza pietà ne consapevolezza il destino dei propri sudditi con gravi danni alla intera Nazione, per mantenere inalterati i privilegi della Politica, non importa se chiudono le fabbriche, distruggono famiglie, rubano il futuro ai giovani, essi proseguono incoscientemente sino all’affondo totale.

Questa crisi Economica e di Ingiustizie di vecchia data, più Italiana che mondiale, ha scombussolato in modo grave il nostro Paese al punto che ogni famiglia si lecca le proprie ferite. Si salva soltanto chi ha la possibilità di andarsene, emigrare.

La nuvola grigia della Politica dell’inganno che avanza seminando sofferenze continue, certamente ha uno scopo e dalla realtà attuale si può immaginare il ritorno al passato, quel passato dominato dalla DC (Democrazia Cristiana) la quale dopo tanti danni arrecati al Paese di cui continuiamo a pagare le conseguenze, si era presa un periodo di riflessione, far dimenticare le proprie malefatte e ricaricare le pile per un ritorno del lupo travestito da Santone.

L’informazione manovrata con l’arma raffinata del Potere, nasconde le sofferenze della popolazione con fallimenti e suicidi, mentre chi sa leggere nelle menti sataniche che usano il linguaggio Fiorentino della speranza e della ripresa col sorriso per abbindolare gli stolti, fermentano rivendicazioni.

I giovani di oggi hanno imparato a leggere nel profondo ed appartengono al nuovo mondo: alcuni impauriti privi di carattere si lasciano trascinare dalle masse, mentre altri si prefiggono degli scopi precisi nella vita e non accettano gli artisti di piazza arrampicati nelle poltrone di comando.

Mia figlia improvvisamente viene a salutarmi senza preavviso, in modo da togliermi ogni possibilità di resistenza dicendomi: Papà, domani parto definitivamente per l’Australia. Ma cara Roberta, avevi una casa, un lavoro dignitoso, una bella famiglia, si Papà è tutto vero, ma a mia volta ho delle responsabilità verso mio figlio. In famiglia abbiamo discusso a fondo l’argomento ed abbiamo preso delle decisioni.
Questo Paese è visibilmente finito, non ci sono più speranze. Dove vado dovrò incominciare tutto da capo e forse con qualche sofferenza, ma con la certezza di dare un futuro a mio figlio.

Cara Roberta, mi prendi di sorpresa e a questo punto non posso fare altro che augurarti tutto il bene del mondo, senza nasconderti che provo tanta tristezza, vai così lontano, forse non ci vedremo più, ma sappi che vi sarò sempre vicino col pensiero.

Papà, non vado lontano, ritorno al mio Paese natale dove tu stesso mi hai dato la vita.

Mentre mi avviavo verso casa, distratto da mille preoccupazioni, il mio pensiero si fondeva sulla realtà attuale che non lascia scampo a speranze positive, il mondo sembra improvvisamente impazzito, mentre da varie parti del Pianeta vengono a galla rivendicazioni causate da un passato di ingiustizie soffocate per anni dall’informazione, le quali per lungo tempo hanno seminato sofferenze morte e suicidi, distruggendo tantissime famiglie Italiane e straniere non soltanto in Italia, con il pensiero rivolto anche ai clandestini e agli sfollati che scappano dai vari Paesi dove la sofferenza è maggiore, dove la tirannia non ha limiti, considerando che tanta povera gente, intere famiglie affrontano lunghi viaggi al limite dei tanti pericoli sfidando anche la morte pur di cambiare vita. ONU, RELIGIONI, GIUSTIZIA, DIO, tutti barattoli di marmellata per ingannare l’Umanità.

Mentre il mio pensiero divagava in modo confuso ripercorrendo alcuni fatti importanti della vita in un mondo che da giovanissimo consideravo piccolo per la possibilità di muovermi liberamente da un continente all’altro, invece attualmente che ho raggiunto la maturità, vedo il pianeta grande quasi infinito,  pieno di pericoli, di rivendicazioni, di tiranni all’opera sotto false vesti.

La partenza di mia figlia per l’Australia mi si presenta come un viaggio verso un altro mondo, laico e libero, riportandomi indietro nel tempo, pensando a quando ero di passaggio per lo stivale, mi appariva come un mondo di ipocrisie dominate da cupole, campane e gruppi di potere che sprizzano tutto l’egoismo per mantenere posizione dominanti senza preoccuparsi dei danni verso la società, verso il prossimo.

Questa specie di uomini refrattari alle sofferenze che essi stessi infondono alla Comunità, soltanto nel letto di morte hanno una visione completa delle loro malefatte e chiedono perdono.

Anthony Ceresa

3 commenti:

  1. Caro Anthony, il tuo racconto, così personale, mi ha commossa. Questa è davvero la realtà di oggi? Già i nostri nonni e bisnonni hanno dovuto lacerare famiglie intere per sopravvivere, ma noi, abbiamo davvero bisogno di andare via? Un tempo era la fame, ora cos'è? Il desiderio di fare una crociera in più? Il bisogno di acquistare un nuovo televisore? Sai che sono un po' perplessa? E' davvero così indispensabile dover abbandonare il nostro paese? Forse sono vecchia per avere questi desideri, ma credo che la resilienza sia l'arma migliore che potremmo trovare in questa guerra di potere economico, giocata soprattutto sulla pelle dei deboli. Comunque grazie per questa condivisione... a proposito, anche mia figlia ogni tanto esprime il desiderio di espatriare...

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Cara Oberti, forse per i vostri nonni era più facile prendere la decisione di emigrare giacché i bisogni erano assai più tangibili e pratici: la fame.
      Emigrare oggi è più confuso e difficile, credo, proprio perché i bisogni sono assai più complessi (e non la considerazione di fare una crociera o comprare un televisore nuovo; superficiale considerazione che tra l’altro mi fra pensare che forse lei sia, effettivamente, troppo vecchia…) e riguarda più che il nostro futuro (alla fine, per noi, ci si abitua a stare a galla anche in mezzo alla merda) quello dei nostri figli: dall’educazione ai servizi, dalla socialità al lavoro… ecc, ecc.. ma specialmente serenità, qualità della vita e gioia di vivere.
      Le confermo da parte mia, che la realtà di oggi è quella illustrataci dal sig Ceresa …e assai di più; e credo anche, che la figlia sia molto coraggiosa, oltreché fortunata: sia perché ha la possibilità di andarsene, sia perché ha intuito, se non capito, molte più cose di quelle che noi pensiamo di averne cognizione.
      Certo, come non capire la tristezza di un genitore che vede partire una figlia?
      Ma dovrebbe anche esserci l’allegria e l’orgoglio di un padre che constata l’allontanarsi dalla figlia da “un mondo di ipocrisie dominate da cupole, campane e gruppi di potere che sprizzano tutto l’egoismo per mantenere posizione dominanti senza preoccuparsi dei danni verso la società, verso il prossimo” (senza necessità di tornare indietro nel tempo, caro Anthony…). E…. scusate se non è poco!
      Buon viaggio Roberta, hai tutta la nostra approvazione.

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