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mercoledì 12 febbraio 2014

Salento - Ulivi, affare “Xylella" e fondi eruropei



Entro il mese di febbraio 2014 sono attesi gli ispettori europei nel Salento per verificare le modalità di attuazione della quarantena imposta dopo il gran caos generato da taluni sulla vicenda ulivi malati con esiti deleteri e fini poco chiari.

L'Europa ha fatto applicare una quarantena nel senso letterale del termine, come giusto: fermo delle attività di veicolazione del materiale vegetale fuori dal Salento e monitoraggi, bloccando la catastrofica “quarantena” eradicativa da taluni, assurdamente, prospettata con effetti apocalittici e l’uso di fito-chimica industriale, e la Comunità Europea, almeno e per nostra massima fortuna, ha avuto il buon senso di non erogare alcun finanziamento a sostegno degli apocalittici interventi da taluni irresponsabilmente proposti!

Gli ispettori comunitari devono anche poter essere guidati dai cittadini virtuosi della zona interessata, e ascoltare le voci dei cittadini sulla preoccupante oscura vicenda “Xylella".

I comitati territoriali che hanno conoscenza diretta del territorio interessato dalla sintomatologia indagata e che da subito si son attivati nella ricerca dell'origine delle cause, chiedono giustamente, e ci uniamo noi tutti a loro nella richiesta, alla delegazione di commissari dell’Ufficio alimentare e veterinario della DG Sanco (Directorate General for Health & Consumers - European Commission - la Direzione generale per la salute e i consumatori), che dal 10 al 14 febbraio sarà nella nostra regione per appurare che le misure da quarantena imposte dai Paesi membri siano effettivamente rispettate e che visiteranno anche i luoghi interessati nei mesi estivi trascorsi dalla fenomenologia in questione, di poter presenziare alle visite nei campi, e, soprattutto, di poterli guidare, in alcuni sopralluoghi, poiché abbiano conoscenza diretta dei siti interessati e di quelli che, seppur insidiati nella “zona focolaio”, non sono stati interessate dalla sintomatologia in questione per le ottimali pratiche agro ecologiche da tempo lì svolte; tutto questo anche a riprova dell’incidenza di un eccessivo uso di chimica industriale sulla salute e capacità di autodifesa degli ulivi. Uso della chimica nell’olivicoltura salentina di cui, con l’occasione, si deve chiedere di porre finalmente fine!

Priorità questa emersa durante i tanti convegni organizzati dalle associazioni del territorio sul tema, con la collaborazione di eminenti agro-ecologi nazionali, quali il Professor Giuseppe Altieri, che ha anche denunciato le incongruenze della vicenda Xylella nel Salento dagli schermi di Canale 5 nel programma nazionale d’inchiesta giornalistica Striscia la Notizia, l’11 gennaio 2014 (Vedi link dell’importante servizio:http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?18919 )

Inoltre, è necessario esporre agli esperti fitosanitari che giungeranno da Bruxelles, le incongruenze, anche scientifiche, che si vanno ad aggiungere alle tante sottolineate in questi mesi dai cittadini, (e anche dalle scriventi associazioni raccolte in numerosi dossier e comunicati inviati e divulgati d'urgenza nelle scorse settimane e mesi). Cittadini che si son sollevati, in forme spontanee, massicce e indipendenti assieme a tantissime associazioni a difesa degli ulivi dalle irresponsabili ipotesi di eradicazione, (ulivi che nella stragrande maggioranza dei casi sono tornati a verdeggiare copiosamente già dopo le prime piogge autunnali), e di biocidio della flora e fauna autoctona selvatica e domestica delle aree interessate mediante il ricorso irresponsabile e gravissimo della fito-chimica industriale di sintesi, dei tagli, e, addirittura, del fuoco! Interventi sproporzionati e spropositati che avrebbero cancellato e avvelenato un’ intera immensa e importantissima porzione di Salento assieme alla sua millenaria storia, nonché minacciato la salute di migliaia di abitanti, e tutto questo per cosa?! Per una sintomatologia che invita, invece, ad avere cura maggiore dell’ecosistema agro-forestale dell’uliveto, inserito nella Natura mediterranea di Puglia, tornando a pratiche più vicine ai cicli naturali e al rispetto dell’interrelazione tra le specie nella massimizzazione della biodiversità, che, invece, si voleva, da parte di taluni, depauperare dolosamente!

E’ importante anche invitare i Commissari europei a far sì che le autorità locali regionali utilizzino al più presto i 5 milioni di euro stanziati nell'ultima Legge nazionale di Stabilità per la questione Xylella in Puglia, e i 2 milioni di euro stanziati ai consorzi di bonifica dalla Regione Puglia per il forsennato biocidio dei canali (pratica biocida folle, nei fatti giustamente e saggiamente non avallata dalla Comunità Europea nella quarantena!), per i risarcimenti dei vivaisti salentini che più di tutti sono divenuti le vittime e i capri espiatori in tutta questa oscura vicenda.
Gli enti fitosanitari pubblici regionali son già finanziati normalmente per le ricerche in tale campo e in tali "emergenze", perché dovremmo finanziarli oggi con altri fondi pubblici!?

Per i nostri ulivi ed ecosistemi rurali-naturali si chiede fermamente cura agro-ecologica all'insegna della massima biodiversità e non tortura chimico industriale velenifera!


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