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venerdì 6 dicembre 2013

Spilamberto, il paese che vorrei... di Caterina Regazzi


Spilamberto - Caterina Regazzi in giardino


Ecco un piccolo personale contributo, seguendo la traccia del foglio che ci è stato consegnato mercoledì (4 dicembre u.s.) sera al primo degli incontri in vista delle prossime elezioni amministrative di Spilamberto. Premetto che immagino che un'amministrazione comunale può e deve basarsi su osservazioni e proposte eminentemente pratiche ma io percepisco le cose "a naso", a sensazione e solo così riesco, forse, ad esprimermi.

MI CHIAMO Caterina Regazzi,

SONO una donna di mezza età, madre di una ragazza di 20 anni, veterinaria, lavoro alla USL, a Spilamberto dal 1989 e ci vivo dal 2000. Amo la natura e credo che l'uomo abbia dimenticato che siamo natura. Se ci guardiamo attorno, nel nostro ambiente quotidiano, casa, ufficio, negozi, strade, di naturale c'è rimasto ben poco. Mi piace pensare che con la crisi economica ci siano meno soldi per la pulizia e la manutenzione delle strade, nelle crepe ci crescono fili d'erba e piante che mi diverto a riconoscere, infastidita però dalla ormai onnipresente presenza di cartacce, bottiglie di plastica e cicche di sigarette. Come diceva  Sara, l'altra sera, per fortuna basterebbe lasciarla un po' stare, la Natura, perché lei si possa riprendere.

COSA DAVVERO NON VA: a Spilamberto c'è troppo traffico di veicoli a motore, troppa sporcizia (soprattutto dopo l'installazione dei "cassonetti intelligenti"), poca gente - locali - nel centro storico, anche per la scarsità di strutture e attrezzature dove sostare che non siano bar ed esercizi commerciali, troppe nuove costruzioni, poca cura e credo anche un po' di incompetenza, nella gestione del fiume, che credo sia veramente la più grande ricchezza di questo paese. Ricchezza per la popolazione, per il tempo libero, per l'agricoltura, per la fauna selvatica, per la bellezza. La cosa che mi piace di più del progetto di riqualificazione della zona della Rocca è il previsto collegamento da e per il fiume.

Le soluzioni a questi problemi secondo me, purtroppo  dipendono solo in parte da un'amministrazione comunale più o meno illuminata e lungimirante, dipendono molto invece  da un cambio di mentalità dell'uomo comune, di tutti noi. 

Il traffico si può deviare su nuove strade e circonvallazioni, pena un ulteriore consumo di suolo, togliendo il problema visivo immediato ma non riducendo l'inquinamento atmosferico. Saprete meglio di me che la Pianura Padana è una delle zone più inquinate d' Europa.


Il traffico si può abolire solo riducendo gli spostamenti con gli autoveicoli privati, incentivando l'uso dei mezzi pubblici, e riducendo in genere gli spostamenti casa lavoro, casa tempo libero, ecc.Ma dato che il traffico è costituito in massima parte da automezzi commerciali bisognerebbe incentivare il consumo locale (ampliando per esempio il mercatino del biologico del venerdì) e comunque la riduzione dei consumi, acquistare di meno e acquistare locale. Certo i computer ed i cellulari chissà da dove vengono e cosa comporta per l'ambiente la loro produzione, il loro trasporto e il loro smaltimento. Si dovrebbe favorire il recupero e il riutilizzo in tutti i settori. Non dovrebbe più essere un valore avere l'ultimo modello di telefonino, di automobile, di televisore.

La sporcizia si può attribuire ad uno scadente servizio di pulizia, ma in un paese civile, cosa che ormai non siamo più e ovviamente non parlo solo di Spilamberto, non ci dovrebbe essere neanche bisogno di un tale servizio, basterebbe che la gente non sporcasse o che ognuno si tenesse pulito davanti alla propria casa o il proprio cortile (perché le foglie cadono dagli alberi ed anche se per me quello non è sporco, ogni tanto sono da rimuovere).

Del consumo di suolo se ne è parlato abbondantemente l'altra sera. Si deve fare un PSC ben pensato e corretto, in modo da non creare ingiustizie. Non è bello sentirsi dire da un allevatore che lui può abbattere e ricostruire più in là solo il 30% della cubatura, riportando a terreno l'esistente, mentre 500 metri più in là si sbancano biolche di terra agricola per farci forse dei capannoni industriali.

Per quanto riguarda il fiume ho fiducia che questo Contratto di Fiume e il Presidio Paesistico del Medio Panaro facciano un buon lavoro, per una riqualificazione del fiume ed il raggiungimento della sua balneabilità.

COSA SOGNO PER SPILAMBERTO: sogno un paese pulito e non inquinato dove la gente si incontra per strada, come fanno, per fortuna, ancora oggi alcuni sparuti gruppetti di anziani, oppure sul percorso natura. A questo fine metterei molte più panchine in giro per il paese. 
Sogno anche un paese dove il cibo è sano e prodotto nel rispetto dell'ambiente. 
Sogno un paese dove le attività economiche e non solo siano ecosostenibili (una brutta parola, ma rende l'idea). 

Ho detto l'altra sera all'incontro (ma l'ho detto piano, forse non si è capito) che gli spilambertesi mi parevano molto aperti all'inizio, ma col tempo mi sono dovuta ricredere: spero che questo periodo di crisi faccia riscoprire i valori dell'amicizia, della "curiosità" (quella sana) e della solidarietà anche nei confronti dello "straniero" (anch'io mi sento un po' straniera qui) e faccia passare in secondo piano l'avere e l'apparire. 

E' ovvio che un'amministrazione comunale non può cambiare la mentalità delle persone (e forse nemmeno lo vorrebbe), ma secondo me si potrebbero creare occasioni d'incontro, anche a poca spesa per il Comune, come corsi di teatro, corsi di cucina, conferenze, letture, ecc. Calerei l'impegno economico del Comune nei faraonici festival della poesia, diluendo le iniziative nell'arco dell'anno e soprattutto creando situazioni di coinvolgimento concreto tra i cittadini che dovrebbero essere partecipi e non semplici spettatori. Darei anche meno peso alle iniziative commerciali, per quanto capisco che in questo periodo di crisi si vogliano favorire le attività commerciali, ma il lavoro è anche agricoltura, è cultura, manutenzione e cura del verde. 


Organizzerei incontri culturali in biblioteca, presentazioni di libri, presentazioni di attività sportive, passeggiate nella natura alla scoperta delle specie vegetali e animali del territorio. Cercherei anche di valorizzare la presenza di tanti stranieri, che molto spesso vivono in comunità completamente separate, organizzando mostre, incontri culturali, corsi di cucina (ad esempio un bel corso di cucina araba o cingalese o africana nella cucina della scuola - se non è stata già smantellata).

Continuo a caldeggiare l'apertura di un blog "comunale", una specie di URP telematico, dove tutti i cittadini potrebbero "postare" le loro proposte ed osservazioni ed essere letti da tutti. Segnalo infine che le newsletter del Comune a cui sono iscritta sono poco fruibili: le diverse newsletter sui diversi argomenti spesso ripetono le stesse cose e richiedono l'apertura di diversi link , troppi, per avere un'idea completa dell'informazione (ad esempio gli annunci dei consigli comunale e delle commissioni, dovrebbero mostrare anche l'ordine del giorno all'apertura della mail, senza la necessità di cliccare su due link, provare per credere!)



Caterina Regazzi


Vecchia casa nei pressi di un mangimificio in disuso, con colombi e gatto

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