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venerdì 3 maggio 2013

Sul crocifisso affisso nelle aule dei tribunali, il parere dell'avv. Massimo Sega


Riporto qui di seguito un messaggio inviato al Ministro della Giustizia in ordine al crocifisso nelle aule dei tribunali. 
Saluti  Avv. Massimo Sega 


  • Mi si consenta esprimere una considerazione sulla presenza del crocifisso nelle aule di giustizia con conseguenziale proposta di rimozione dello stesso. La mia considerazione non ha nulla a che vedere con il concetto di laicità  dello Stato, ma soltanto di rispetto della persona rappresentata in detto simbolo, cioè  Cristo, e dei magistrati che debbono giudicare alla presenza dello stesso. Infatti, molto spesso le leggi italiane non coincidono con la dottrina che il crocifisso rappresenta, anzi sono in contrasto con la medesima, e cio' e' tanto e' vero che il Vaticano ha stabilito di non recepire piu' automaticamente nella sua legislazione le disposizioni approvate dal Parlamento italiano. Questo, in quanto, tra l'altro, talvolta le relative leggi sono in contrasto con i principi fondamentali e irrinunciabili della dottrina cristiana, come e' il caso dell'aborto, del divorzio, della fecondazione assistita, ecc.ecc. e come saranno domani le disposizioni sui matrimoni di omosessuali, sull'eutanasia, ecc.ecc. Quindi, se i magistrati giudicano secondo le leggi italiane, il che e' obbligatorio,  violano i principi fondamentali della dottrina cristiana, e ciò alla presenza del suindicato crocifisso, con conseguente offesa per chi detto simbolo rappresenta. Se, invece, giudicano, secondo la medesima, sia pure in sede interpretativa, violano i loro obblighi, che sono quelli di rispettare le leggi italiane. La situazione si fa ancora più critica e difficile, se non addirittura psicologicamente drammatica, per quei giudici che sono di stretta osservanza cristiana. quando ci sono di mezzo i suindicati principi fondamentali  e irrinunciabili della dottrina in questione. 

Quindi, come si legge, la rimozione del crocifisso nelle aule di giustizia non è in nessun modo collegato con 
il laicismo, più volte richiamato per la rimozione in questione,  ma anzi e' finalizzato al rispetto di chi nello stesso e' 
rappresentato.

Avv. Massimo Sega  

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