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venerdì 12 ottobre 2012

Genuino Clandestino 2012 - Salvataggio delle sementi tradizionali e dell'agricoltura contadina naturale




Genuino Clandestino - cronache di una bella giornata e di un futuro forse più bello

Questa sessione d'incontro di genuino clandestino si è svolta a Milano, e sabato 6 ottobre 2012, giorno in cui noi di Etinomia siamo stati presenti, ha avuto luogo presso Cascina Autogestita Torchiera Senzacqua, posto splendido, allegro, colorato ed ospitale.

L’accoglienza è stata ottima: abbiamo parlato con Tonino, uno dei pilastri di GC,  che si è rivelato davvero entusiasta all'idea di svolgere il prossimo ciclo d'incontri in Val di Susa.
Abbiamo allestito un piccolo banchetto sul quale è stato esposto il materiale informativo della nostra associazione, e, prima dell’inizio delle tavole rotonde, la gente si è mostrata molto interessata ad Etinomia e alle sue iniziative (Susino, Sbanchiamoli...) alla Valle e al problema del tav.

Per citare alcuni interessati alle nostre realtà, Michele di A.L.B.A. (Alleanza per il Lavoro, beni comuni ed ambiente), Laura di Campi Aperti Bologna, insegnante, interessata a portare una sua classe in gita in Valle, e molti ancora.

Le tavole rotonde erano 4 con partecipanti da tutta Italia e anche qualche presenza straniera:
- Autocertificazione partecipata
- Accesso alla terra
- Libero scambio dei semi
- Resistenze cittadine e percorsi di rete

Abbiamo scelto di seguire l'incontro sui semi, tema decisamenteaffascinante e denso di aspetti controversi.
La discussione si è aperta con un excursus  sulla sentenza
Kokopelli e in generale sugli aspetti legislativi dell'accesso, scambio e uso delle sementi, a livello locale, nazionale ed europeo.

Sintetizzando, la situazione precedente la sentenza della
corte europea, era la seguente: lo scambio di semi non depositati (non registrati) può avvenire liberamente solo per usi personale. La commercializzazione di queste sementi, e quindi anche dei prodotti che ne derivano, è illegale.

Per potere vendere e acquistare semi, le varietà di
di piante orticole devono essere iscritte al registro
commerciale e rispondere alle caratteristiche riassunte nella sigla DUS:
DISTINZIONE (essere diverso dalle altre varietà), UNIFORMITA' (i semi devono dare origine a piantini
uguali) e STABILITA' (la varietà non viene influenzata facilmente, cambiando così le sue caratteristiche), .

Per i cereali, la legge è ancora più stringente poiché è richiesta la dimostrazione scientifica che la varietà da registrare risulta migliore di quelle esistenti.

Interessante è l’analisi del termine “migliore”, poiché esso non viene utilizzato con connotazione nutrizionistica, o di sostenibilità ambientale, bensì in un'ottica economica e commerciale.

Questo tipo di legislazione taglia fuori le varietà tradizionali. 

Quelle registrate, e quindi commercializzabili, vengono infatti vendute solo da aziende sementifere che stabiliscono un vero e proprio brevetto sul seme.

Per poter registrare varietà tradizionali/particolari e tentare di commercializzarle esiste un altro registro specifico per le specie da conservazione.

In Italia, i semi possono esservi registrati gratuitamente, ma per la vendita e l’acquisto, si è soggetti a paradossali limitazioni in quantità e superficie seminata , diversificate da leggi regionali.

L’enorme differenza tra i 2 registri è che, per modiche quantità, l’agricoltore può vendere e scambiare varietà di semi locali non sottoposte a DUS. Spesso, però, manca un decreto attuativo che chiarifichi il termine “modiche quantità”. Rientrano tra le varietà di conservazione quelle a rischio di estinzione e quelle permanenti sul territorio da almeno 50 anni. Dunque, le varietà locali risultano sottoposte a leggi regionali (spesso mancanti, o omissive). Il registro delle varietà di conservazione è invece nazionale. Il Piemonte è l’unica regione nella quale sono state registrate
numerose varietà al registro di conservazione, ma manca il decreto regionale a proposito.

Essendo queste leggi restrittive per i produttori locali, e favorendo le grandi aziende sementiere, si stava vagliando una revisione della legislazione relativa ai semi, quando , la sentenza Kokopelli, ha invece rimischiato le carte in tavola, rendendo nuovamente il tutto più stringente.

Vediamo brevemente di che cosa si tratta. Baumaux, ditta sementiera, denuncia Kokopelli, associazione senza scopo di lucro (ONLUS), per concorrenza sleale. Entrambe vendono sementi antiche, ma Baumaux segue con scrupolo le regole imposte alle ditte sementiere (registrazione delle sementi al registro), invece Kokopelli, dichiarandosi associazione senza scopo di lucro, e favorevole alla libera commercializzazione dei semi, non ha rispettato i criteri di registrazione e autorizzazione in Europa. I giudici francesi sono portati dalle leggi in vigore a dare ragione a Baumaux. Kokopelli invece ricorre sostenendo che le leggi europee ledono il suo diritto di impresa. 

La Corte di Giustizia dice invece che le antiche varietà possono essere commercializzate, ma bisogna iscriverle secondo le leggi. Kokopelli viene condannata perché vende sementi, non perché le scambia. Quindi, in definitiva, questa sentenza non cambia nulla, se non l’avere bloccato un probabile processo di ammorbidimento delle leggi relative ai piccoli produttori di sementi.

Insomma, le ditte commerciali privatizzano e brevettano le varietà sementiere, quindi nessuno a parte loro le può vendere, mentre le altre specie possono sopravvivere come specie di conservazione.

La cosa assurda di tutto questo procedimento è la seguente: se un piccolo produttore biologico desidera piantare dei cereali, è costretto ad acquistarne i semi dalle multinazionali, poiché se usa varietà locali, di sua proprietà, ma di provenienza non testimoniabile, non otterà la certificazione BIO.

Allora perché non operare al i fuori delle leggi e rifiutare questo registro?

La chiarificazione definitiva ce la fornisce il signor Roberto Schellino del coordinamento contadino piemontese. Le varietà di conservazione vanno in deroga al dus. Nel caso francese è accettabile fino a 20% di tolleranza sulle violazione al DUS. In Italia la variabilità ammessa nella popolazione di semi da registrare è del 10%. La battaglia contro il dus è questa: l'interesse della rete Genuino Clandestino e delle realtà ad esso collegate è la possibilità di lavorare legalmente con le popolazioni di sementi, naturalmente eterogenee e quindi non conformi all'attuale normativa.

Si può coltivare per se stessi qualsiasi cosa, anche senza alcuna iscrizione ai registri. Con la mancata registrazione (anche solo ai registri di conservazione) una qualsiasi ditta potrebbe appropriarsi di un tuo seme, brevettarlo, e diventarne proprietaria. Insomma questa legge relativa al registro di conservazione potrebbe essere vista da un lato come una limitazione (per le esigue quantità vendibili e per la limitazione della superficie di semina), ma anche una tutela per i piccoli produttori ( metaforicamente se non una galera, una sorta di arresti domiciliari).
  • In tutta questa babilonia legislativa c’è chi sceglie di porsi completamente al di fuori del circuito dei registri, delle etichette, e delle certificazioni, e crea la sua etichetta personale, come Cesare di Oriolo Romano e la sua etichetta Bastarda.

    Interruzione per il pranzo (rigorosamente vegetariano) molto gradita, bella atmosfera, molto sociale, tanti bambini, tanti cani, tanta allegria.

    Il tavolo riprende al pomeriggio, con un rapido riassunto di quanto detto al mattino, e di quanto deciso lo scorso genuino clandestino.
    I punti aperti allo scorso appuntamento erano i seguenti:
    - Creazione e struttura di un database del contadino e della sua banca seme, la quantità di semi disponibile, le specifiche e la relativa mappatura fotografica.
    - Creazione di un Vivaio autogestito per le varietà più adattabili
    - Formazione: incontri di formazione con Cesare (4 we da gennaio ad
    aprile) nell’ottica di emanciparsi dall’acquisto delle piantine. E’ comunque stato messo online un
    manualetto (privo però della parte sulla stabilità genetica).

    Si conclude questa tavola sui semi con i seguenti propositi:
    -scrivere un riassunto comprensibile della parte legislativa attuale
    relativa alle sementi (Michela campi aperti)
    -effettuare la parte pratica di semina, o estrazione del seme e conservazione, al prossimo genuino clandestino, anziché fare solo una tavola teorica (Cesare (Bastarda), Alessandra e Francesco (Etinomia))
    -Cominciare a catalogare le varietà dei semi disponibili agli agricoltori aderenti alla rete (Davide e Michela)

Concludo con le seguenti parole di Teodoro Margarita:

Vincere la battaglia del seme è vincere la lotta per la vita e dobbiamo vincere.
              Nessun seme vada dunque perduto.

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