Presentazione



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sabato 11 febbraio 2012

Agricoltura Contadina .. che resiste ai gelidi venti della liberalizzazione.. malgrado tutto!

"Non così forte, però..." - Foto di Elke Colangelo

Care, cari,

anche l'agricoltura contadina viene strumentalizzata, in sintonia con la chiave della “liberalizzazione” del governo monti mario, detto il bancario.

Slow Food, ignorando completamente, o facendo finta di ignorare completamente, l'esistenza di un coordinamento di ecologisti e contadini nato per la presentazione di una legge a favore dell'Agricoltura Contadina.. cosa fa? Ti inventa un bel marchio “Resistenza contadina” per vendere una serie di prodotti che fanno comodo al mercato... Il famoso “mercato” del monti mario e delle multinazionali bancarie e finanziarie.

Ecco qua la notizia in cui si annuncia la presentazione del manifesto: “Presentazione del Manifesto di Resistenza Contadina. Giovedì 16 febbraio alle ore 11,00 presso il Ristorante Umberto di Napoli (via Alabardieri, 30) Slow Food Campania presenta il Manifesto di Resistenza Contadina, un documento nato dall’esigenza di contrastare la difficoltà perenne e crescente dell’agricoltura di piccola scala. Il Manifesto, realizzato grazie all’ascolto e al confronto con gli agricoltori, è aperto ai contributi di tutti i soggetti della società civile che intendono fotografare le difficoltà contemporanee e contribuire a combatterle con azioni precise e determinate a sostegno dell’agricoltura di prossimità. A condurre l’incontro, che vedrà protagonisti i contadini e le loro testimonianze di operatori in contesti non particolarmente favorevoli, sarà Geppina Landolfo, Presidente ARGA Campania. Interverranno inoltre Gaetano Pascale, Presidente Slow Food Campania, che illustrerà i contenuti e le azioni del progetto e Maria Scarinzi, graphic designer esperta in Comunicazione istituzionale e d’impresa, che illustrerà le caratteristiche del logo di Resistenza Contadina da lei realizzato. Nel corso della presentazione, sarà letto e distribuito il Manifesto”... (sic)

Ancora una volta, dopo la strumentalizzazione compiuta da varie associazioni politicizzate dei temi ecologisti usati a fini politici ed economici (legambiente oggi sponsorizza inceneritori e fotovoltaico a terra ed eolico industriale) ci voleva la “campagna” a favore degli “interessi contadini” da parte di slow food....

Eppure basta cercare su google “agricoltura contadina” e viene fuori una messe di articoli ed interventi (https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=agricoltura%20contadina) che slow (lento) food (magna magna) ha bellamente ignorato!

Bravi! E soprattutto “furbi”.....


......

Commento di Antonio Onorati: “Salute a voi, contadini invisibili e silenziosi. Non si sfugge, Solw Food dopo aver vinventato un nuovo prodotto da vendere (con buona pace di De Martino) la "MEMORIA CONTADINA" cioè quello che ha in testa mia padre, tua madre, tua sorella o il nonno, ora mette in vendita le nostre lotte sviluppate negli ultimi 25 anni. Sono furioso, e la cosa può non interessare, ma quando cambieremo questo paese se i ladri ci viaggiano accanto senza rispetto della storia, dei processi, dell'impegno personale...comunque aspettiamoci una bella trasmissione a uno mattino con un cuoco, una/uno presentatore di bella presenza, e tante storie tristi che ci presenteranno come casi sociali e non come attori per il cambiamento
Credo sinceramente, e nessuno me ne voglia , che sia anche un po colpa nostra..”

Mia rispostina: “... Forse hai ragione.. ma se ci pensavamo prima ad agire in quel modo non saremmo stati quel popolo pulito che siamo ma ci chiameremmo slow food o legambiente o simili marchietti di convenienza... Secondo me dobbiamo continuare tranquilli per la nostra strada.. magari “informando” gli slow food “dell'esistenza” preesistente del coordinamento per l'Agricoltura Contadina.. comunicando loro le nostre finalità... tutto qui... senza commenti..." (P.D'A.)

Commento di Andras Kocsis – Sul slow food che strumentalizza: “Unica cosa che non capisco, perchè i "CONTADINI ITALIANI" devono parlare inglese; chiamando le Slow Food qualcosa? La Lingua di Dante non ha abbastanza parole di esprimere un concetto rurale? Dovete per forza parlare "americano"(perchè per giunta,questo nemmeno inglese).Quando si comincia usare un "gergo", a me "puzza"!!!!!! I regimi amano questa forma per tirare scemo il " popolino ", parlare " sofisticato ". Io sono uno Straniero,che ha imparato la vostra bellissima lingua in un età adulta, (quindi imperfetto), per quale imperfezione il mio amico Paolo (oggi chi sa perchè " solo " Saul? Forse troppe battaglia con il suo amico Stefano?) mi ha anche difeso, mettendo una buona parola al mio favore prima di essere attaccato. Vi dico! Ogni giorno quando parlo Italiano, me lo GODO! Una Lingua Fantastica. I suoi radici LATINI, già UNIVERSALI, rendono ricco, bello espressivo. Usate questo e buttate fuori dai vostri discorsi queste schifose scorie americane!"

Commento di Caterina Regazzi: "Ho letto il commento finale di Andras su Slow food.... non sono i contadini che hanno adottato questo termine e slow food non é nato credo per i contadini, ma per un approccio al cibo diverso da quello del "fast food", che rappresenta la spogliazione del cibo d tutto quel che di "poetico" (perché no?) lo accompagna, la convivialità, il vivere "con lentezza", e la cura nella scelta delle materie prime e ...le materie prime dove nascono, per la maggior parte? In campagna e pertanto non sarei così "cattiva" nei confronti d questa organizzazione, sono loro che danno un marchio alle produzioni, una garanzia d qualità e di equità, forse... non siate sempre così sospettosi e lo dico anche a te, Paolo! Forse non si sono semplicemente accorti che c'era già una rete di associazioni a sostegno dell'agricoltura contadina, del resto se non ci si fa sentire......"

Mia Rispostina: “Grazie per le precisazioni, Schellino si era già fatto sentire... Un gruppo esterofilo slow nasce per contrastare un altro fast ma sempre allo scopo concorrenziale di vendita, non per promuovere uno stile di vita.. che non avrebbe bisogno in se stesso di marchi e marchietti..  In entrambi i casi è un'operazione commerciale... Potresti obiettare che anche Agricoltura Contadina lo è in fondo.. ed è vero.. però quella è una commercializzazione per la sopravvivenza.. Bacio”

Replica di Caterina: “Non so, amore, non credo che sia così di sicuro. Anche il Circolo vegetariano è un marchio, anche Caterina Regazzi é un nome, sono abbastanza credulona, io, credo che slow food sia nata come un gruppo di persone che semplicemente avevano voglia di godersi la vita, a cominciare dal cibo, poi magari vendono qualche libro e sponsorizzano qualche ristorante, ma se uno ci vuole andare perché è sponsorizzato da slow food, ci andrà una volta, ma se poi non si trova bene, spero che abbia la testa per cambiare o per mettersi a cucinare a casa propria le cose prodotte da sé o acquistate da un produttore locale, biologico, corretto, ecc. ecc. Se l'etichetta slow food sull'agricoltura contadina serve a richiamare l'attenzione di qualche manciata di persone sui problemi dei piccoli agricoltori.. non ci trovo per forza il male. E con questo direi che abbiamo a sufficienza sviscerato l'argomento..."

Commento di Antonio Onorati: "..credo che non abbiamo, né ne vedo l'utilità, energie da spendere in questo confronto, dovremmo però - a livello locale, credo - discutere con slow food e tra di noi approfondire una strategia nei confronti di queste organizzazioni situazionali. possiamo notare con soddisfazioni che noi continuiamo a produrre innovazione e loro ad inseguire ed "appropriarsi". Il nostro resta il problema dell'aggregazione e del rispetto tra di noi che, credo, non dobbiamo cambiare. il resto, a me sembra, sia quello di continuare ad essere un passo avanti perché in generale noi, con la nostra lunga resistenza abbiamo costruito - e continueremo, mi auguro - a costruire le alternative. Questa è una novità assoluta, praticamente quasi nessun altro settore sociale costruisce le alternative a partire dalla sua resistenza (senza aspettare che altri lo facciano per noi).."

Mia rispostina: “Mi piace molto questo approccio del genere "rompighiaccio".. ed in fondo se siamo onesti e sinceri lo siamo per noi stessi e perché non possiamo farne a meno.. d'altronde... senza bisogno di riflettori il percorso aperto diventa visibile... !"

Paolo D'Arpini – Rete Bioregionale Italiana

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