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sabato 29 ottobre 2011

No all'eolico pesante... il Salento non volerà via col vento... La Puglia ed il suo mare restino liberi da impianti off shore




No all'eolico pesante in Puglia... la regione deve rimanere libera da impianti che ne deturperebbero la bellezza paesistica

Fermati virtuosamente dalla Regione Puglia gli impianti eolici off-shore devastanti nei mari del nord della Puglia, ora lo stesso il medesimo Ente deve fare, alla luce delle medesime, se non maggiori, problematiche di impatto ambientale, per i progetti eolici progettati follemente nei mari del Salento, a partire da quello al largo nel Canale d’Otranto dalle catastrofiche conseguente internazionali per la tutela degli uccelli!

Ottimo: l’Ente Regione Puglia ferma un mega progetto di pale eoliche off-shore in mare, al largo della Capitanata nello skyline antistante Manfredonia (Fg) per il "forte impatto paesaggistico oltre che sulle ripercussioni ambientali, in merito alle rotte prioritarie degli uccelli migratori in zona di Capitanata, e archeologiche sul sito storico a mare del parco di Siponto. La condivisione, in sede di conferenza, di questi elementi ha determinato il parere negativo in ragione dell'eccessivo stress ambientale procurato dalla realizzazione del progetto e dalle ripercussioni in termini di attività di pesca e di navigazione con grave pregiudizio economico per il territorio, non compensato dalle ricadute previste dall'impianto" (parla così l’Ente Regione Puglia ed il suo Assessore all’ Ambiente Lorenzo Nicastro – 27 ottobre 2011)

PERTANTO faccia lo stesso l’Ente Regione Puglia per fermare il mega impianto eolico off-shore in progetto al largo del Canale d’Otranto, a stupro dell’orizzonte marino visto dalla costa di Otranto, da Castro, da Santa Cesarea, dalla costa di Andrano, da Tricase, dalla costa di Corsano e da Leuca! Un impianto di decine di mastodontiche torri alte ben oltre cento metri dal livello del mare, che sarebbero visibili di giorno e di notte per le loro luci hi-tech di segnalazione anti-incidenti aerei e navali! Visibili di giorno come una lunghissima corona di spine rotanti all’orizzonte, e di notte come una sequela di fari a luce rossa, aliena, che si accendono e spengono eternamente cancellando nottetempo, con il loro apportato inquinamento luminoso, lo stesso godimento del cielo stellato!

Un impianto che danneggia e rende pericolosa la navigazione in un tratto tra i più trafficati del Mediterraneo; un impianto dal grave stress ambientale intrinseco, sulle protette praterie subacquee di Posidonia oceanica, anche con i suoi cavidotti sommersi; sui cetacei (balene, capodogli, delfini, ecc.) per l’ inquinamento acustico introdotto e deleterio per la vita di questi mammiferi marini che usano sistemi biologici di eco-localizzazione con sonar per la navigazione e l’alimentazione; sul turismo costiero che rischierebbe il collasso per la sua presenza industriale anacronistica e alienizzante nel paesaggio oggi integro, per cui quell’intero impianto deve ritenersi in blocco elemento di grave deturpante “inquinamento” da evitare; sul Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, per il cavidotto che lo attraverserebbe portando nel territorio di Tricase l’ubicazione delle mega cabine di trasformazione della corrente con consumo di nuovo suolo agricolo, danno paesaggistico e pericoloso inquinamento elettromagnetico per la salubrità dei luoghi e la salute delle persone che vi abitano regolarmente e ancor più nei mesi estivi; e soprattutto sulla avifauna migratoria e marina; un impatto quest’ultimo di gran lunga superiore, a quello connesso all’impianto eolico offshore fermato, giustissimamente, nella Capitanata, nel nord della Puglia!

Il Canale d’Otranto rappresenta una delle rotte migratorie internazionali più importanti del Mediterraneo per la vicinanza massima che in esso si registra tra la Penisola Italiana e quella Balca...nica, come documentato del resto, se ve ne fosse bisogno, in decine di studi scientifici ornitologici, alcuni commissionati dalla stessa Provincia di Lecce!
Un’ importanza tale per miriadi di specie migratorie, dai rapaci, ai passeriformi, agli uccelli acquatici, ai gruiformi, ecc. ecc., sancita a livello internazionale nella Conferenza internazionale di Ramsar in Iran, del 1971, ratificata dall’ Italia, e che aveva come tema la protezione delle zone umide in correlazione anche all’avifauna, e all’avifauna migratoria. Anche al fine di garantire per gli uccelli lungo le loro rotte migratorie internazionali, stazioni protette di sosta e rifocillamento. Così per la traversata dello stretto di mare del Canale d’Otranto, si individuò la zona umida e pinetata delle Cesine, sulla costa adriatica salentina a nord di Otranto, come luogo di importanza prioritaria da proteggere. Li vi è oggi una riserva dello Stato, in parte gestita anche dal WWF (World Wildlife Fund) nota come l’ Oasi delle Cesine. Ma non solo, la stessa istituzione del Parco naturale regionale Otranto-Santa Maria di Leuca, va anche nella direzione di proteggere le aree costiere, vietandone la caccia, in cui giungono gli uccelli dopo la traversata e vi cercano riposo e rifocillamento!

Il Canale d’Otranto è inoltre un santuario per i cetacei, in particolare per i capodogli come confermato recentemente soprattutto dagli approfonditi studi dei biologi greci, ma non solo, anche di altri scienziati italiani e non; ma è anche un’area di notevole importanza per l’alimentazione in alto mare degli uccelli delle tempeste, le Berte della colonia che ha sede nelle Isole Tremiti, una delle colonie di Berte maggiori e minori più importante del Mediterraneo!

La Regione deve fermare l’impianto eolico off-shore in progetto nel Canale d’Otranto, e tutti gli eventuali progetti per mega torri off-shore falcidia paesaggio e uccelli nei mari del Salento (Province di Lecce, Brindisi e Taranto), come fatto virtuosamente oggi con dignità e senso delle istituzioni e del valore dell’ambiente e della necessità di tutelarlo, per i mari del nord della Puglia, delle province di Foggia e Bari!

Una tale disparità di trattamento risulterebbe per ogni salentino totalmente inaccettabile, e ferirebbe oltre a questa terra, anche profondamente il senso di appartenenza a questa comune istituzione regionale, per i cittadini del sud della Puglia, i salentini, che si scoprirebbero trattati come pugliesi di serie B, da parte della Regione, cittadini i cui diritti, e quelli del loro territorio, possono essere calpestati impunemente!

Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e la Salute dei Cittadini

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